“E fino a che pensa di stare vincendo, Putin non vorrà negoziare”

Bruxelles, 3 dic. (askanews) – Il ritmo dell’avanzata russa in Ucraina sta aumentando notevolmente, con le forze di Mosca che, pur perdendo probabilmente 1.500 soldati al giorno, circa il doppio delle perdite dei difensori ucraini, possono contare sulla mobilitazione di 30.000 nuovi soldati al mese, mentre Kiev ha ormai un grave problema di reclutamento. E fino a che penserà di poter avanzare ancora sul fronte, Putin non negozierà davvero per la pace.

Sono alcune delle allarmanti informazioni in possesso dell’intelligence della Nato, rivelate ad alcuni giornalisti da un alto funzionario a margine della riunione dei ministri degli Esteri che si tiene oggi e domani nel quartier generale dell’Alleanza a Bruxelles.

“Nel mese scorso – ha detto il funzionario della Nato – la Russia ha aumentato il ritmo delle sue operazioni offensive, tentando di aumentare la pressione sulle linee difensive di Kiev, cercando di respingere le forze ucraine su più fronti. La Russia continuerà probabilmente a fare progressi tattici incrementali a Est; tuttavia la sua capacità operativa complessiva continua a essere messa alla prova da alcuni fattori, e cioè, storicamente, alti tassi di abbandono, un addestramento limitato e carenza di ufficiali”.

“Ma le forze russe – ha continuato il funzionario – hanno fatto rapidi progressi negli ultimi mesi, che possono essere in gran parte attribuiti al fatto che stanno operando in una zona pianeggiante e piuttosto aperta. Una volta che riusciranno ad attraversare quel terreno aperto e dovranno affrontare le difese più trincerate che hanno gli ucraini, allora ci aspettiamo che tornino a procedere con un ritmo di più lento”.

“Comunque, anche così, le vittime russe giornaliere medie hanno raggiunto un nuovo massimo mensile a novembre con quasi 1.500 al giorno (tra morti e feriti gravi, ndr)”. Quanto alle forze di Kiev, “stanno subendo alti tassi di abbandono, ma posso dire che tra i militari ucraini le vittime sono significativamente inferiori alle vittime russe, probabilmente circa la metà”; comunque, ha precisato il funzionario dell’Alleanza, “a febbraio si è parlato di 31.000 soldati ucraini uccisi, mentre in precedenza l’Ucraina ha visto 50-100 perdite in combattimento al giorno; e il commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha anche verificato che almeno 11.520 civili ucraini sono morti, anche se si crede e che i numeri effettivi siano molto più alti”.

D’altra parte, “le forze Ucraine rimangono ancora nella regione russa di Kursk” occupata ad agosto. “L’Ucraina mantiene il controllo di circa 2/3 degli 800-900 chilometri quadrati di territorio che aveva conquistato in precedenza quest’anno, nonostante gli sforzi della controffensiva russa in corso in quell’area”.

“Guardando al futuro, ci aspettiamo – ha aggiunto il funzionario della Nato – che le forze russe continueranno a mettere sotto pressione le forze ucraine usando la massa per sopraffare le posizioni difensive e ottenere guadagni tattici.

Le condizioni stagionali non hanno ancora portato ad alcuna riduzione delle operazioni offensive russe e hanno avuto un impatto minore su queste tattiche. E poi – ha rilevato – la Russia mantiene un significativo vantaggio quantitativo sulle munizioni, gli effettivi e l’equipaggiamento rispetto all’Ucraina”.

Mosca “probabilmente sta reclutando circa 30.000 nuovi soldati al mese. Quindi probabilmente può continuare ad assorbire le sue enormi perdite, mentre cerca di logorare le forze ucraine”. Tuttavia, “per ora la Russia non ha ancora le unità di manovra necessarie per offensive importanti di successo, e i comandanti russi stanno lottando per orchestrare complessi sforzi congiunti, per concentrare sufficienti munizioni di artiglieria e per mantenere il morale” delle truppe.

“Nel frattempo – ha ricordato il funzionario Nato -, i russi in tutta l’Ucraina hanno intensificato gli attacchi principalmente mirati alle infrastrutture critiche del Paese, in particolare alle centrali elettriche; e ci aspettiamo che continueranno ad adattare gli attacchi missilistici e dei droni per penetrare le difese aeree ucraine e fare pressione sui sistemi di difesa aerea. Questo sottolinea la criticità degli aiuti degli alleati per questi sistemi, che proteggono i civili ucraini”.

Per concludere, insomma, “ciò che è molto chiaro in questo momento è che le linee del fronte ucraino sono sotto pressione crescente”. Negli ultimi mesi “abbiamo assistito a un aumento del ritmo delle avanzate russe; ci sono state volte in cui abbiamo constatato avanzate russe nell’ordine di 10 metri al giorno o qualcosa del genere; ma ora – ha sottolineato il finzionario della Nato – ci sono giorni in cui parliamo di avanzate di 10 chilometri al giorno”.

“Quindi ci sarà senza dubbio un aumento del ritmo delle avanzate russe; e gli attacchi a cui abbiamo assistito contro le infrastrutture critiche ucraine prima dell’inverno sono chiaramente parte della campagna concentrata della Russia per aumentare la pressione che i civili ucraini sentiranno quotidianamente” con l’arrivo della stagione fredda.

Riguardo, infine, alla volontà del presidente russo di negoziare, il funzionario dell’Alleanza atlantica ha espresso tutto il suo scetticismo. “La vera difficoltà – ha spiegato – è che noi non pensiamo davvero che Putin faccia sul serio riguardo ai negoziati in questo momento. Penso che Vladimir Putin sia disposto a parlare, ma credo anche che finché è convinto di vincere non abbia molti incentivi a negoziare; e sappiamo che continua a credere che il tempo giochi a suo favore, e che vede in questo momento il ritmo dei progressi che sta facendo che sta accelerando, non rallentando”, ha concluso.

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