Con siccità è stata annata eroica, calo produttivo limitato a 12%

Roma, 27 nov. (askanews) – La convocazione di un tavolo al Masaf sull’agrumicoltura siciliana, per “confrontarsi con serenità con chi ha in mano il prodotto, ovvero Consorzi, organizzazioni e la Regione Sicilia”. A chiederlo è Gerardo Diana, presidente del Consorzio Arancia rossa di Sicilia Igp, in una intervista ad Askanews.

Inizierà infatti ufficialmente il 27 dicembre la campagna di commercializzazione delle arance rosse di Sicilia Igp: i frutti saranno abbondanti, di buona pezzatura e di grande qualità. Anche se questa campagna arriva dopo una annata difficile, con una diminuzione del 12% circa rispetto al 2023, anno in cui però ci fu una iperproduzione di arance. E’ stata l’ennesima annata all’insegna della grande siccità, a cui gli associati al Consorzio “hanno fatto fronte facendo sforzi folli e con un importantissimo aumento dei costi” per potere irrigare, spiega Diana. Si è dovuto anche scegliere cosa irrigare, ovvero su quali appezzamenti puntare: “l’acqua era limitata, e noi abbiamo deciso a chi darla: abbiamo abbandonato le piante più vecchie e l’abbiamo data a quelle giovani. Tanti associati hanno lasciato perdere degli ettari che poi ripianteremo grazie ai ‘piani Tristezza’ ma che ci daranno frutto solo tra 5 anni”.

“Tutti parlano di grande diminuzione di arance, ma chi ci ha creduto ha irrigato facendo sforzi folli e con un pesante aumento dei costi. Abbiamo una qualità bella e una pezzatura grande”, ha aggiunto. Questo grazie al fatto che gli associati al Consorzio si sono organizzati “con pozzi e laghi, visto che i Consorzi di Bonifica non hanno dato acqua, riuscendo a limitare il calo produttivo al 12%. Il Consorzio quest’anno – ha spiegato Diana – ha vissuto una annata eroica”.

Di eroismo, però, non si può vivere sempre e infatti, messa al sicuro la produzione del 2024, Diana si dice preoccupato per la prossima annata “perché questi sforzi non si possono fare continuamente e, finché non diventeranno operativi i desalinizzatori e il sistema di canali che collegherà le dighe per l’agricoltura ci sarà sempre una vita difficile”.

In Sicilia, infatti, “il cambiamento climatico è molto rapido e la siccità ci sta portando fenomeni di desertificazione. Tutti gLi interventi di cui si parla sono giustissimi ma noi non abbiamo 10 anni di tempo. Presto partirà un bando sui laghetti, che per noi sono essenziali e sono partiti dei bandi sui pozzi ma servono interventi immediati e liquidità immediata”.

Per questo, dopo un confronto con l’altro grande consorzio agrumicolo siciliano, quello della Arancia di Ribera Dop, è stato redatto “un documento comune e verrà chiesto un incontro al Masaf: il sottosegretario D’Eramo è molto attivo e speriamo – ha detto Diana ad Askanews – nella convocazione di un tavolo: abbiamo bisogno di lavorare insieme in un tavolo con chi ha in mano il prodotto, ovvero Consorzi, organizzazioni e la Regione Sicilia. Lavoriamo per risolvere i problemi con serenità, come in famiglia”.

Quanto ad Agricat, il fondo mutualistico nazionale per la copertura dei danni causati alle imprese agricole da eventi climatici estremi come alluvioni, gelo, brina e siccità, “noi la vorremmo vedere funzionare: abbiamo presentato le domande di risarcimento e non sappiamo che percorso stiano avendo”. Anche questa questione fa parte di quelle che il Consorzio vorrebbe affrontare nel tavolo al Masaf, insieme al necessario blocco anche per il 2024 delle cartelle esattoriali per il lavoro dei Consorzi di Bonifica.

Il Consorzio, in vista della commercializzazione che durerà da fine dicembre a maggio per il prodotto fresco, si prepara alla campagna di comunicazione nazionale. “Siamo sempre ottimisti per quello che sarà il nuovo anno perché ormai i nostri sostenitori, i consumatori, scegliendo le nostre arance sanno non solo di avere il massimo della qualità, ma soprattutto che il prodotto è sinonimo di massima sostenibilità”, ha detto Diana.

Il Consorzio dell’Arancia Rossa di Sicilia IGP è una realtà che coinvolge oltre 30 comuni della Sicilia Orientale, dove operano circa 500 produttori associati per un totale di circa 6500 ettari certificati con l’IGP, di cui 800 in regime biologico.

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