Chiede di ordinare vendita Chrome e eventualmente anche di Android

Roma, 21 nov. (askanews) – Alphabet a picco in a Wall Street, il titolo della casa madre di Google crolla del 5,93% sul Nasdaq (a 166 dollari) dopo che il Dipartimento della giustizia degli Stati Uniti ha chiesto a un tribunale di ordinare separazione e vendita di Chrome, il navigatore Internet di Google, ed eventualmente anche del sistema operativo per dispositivi mobili e smartphone Android.

Di fatto uno spezzatino del gigante Internet, che secondo la giustizia americana avrebbe creato un monopolio illegale nelle ricerche online a colpi di miliardi di dollari, utilizzati per stringere accordi con società di telecomunicazioni, sviluppatori di software e produttori di dispositivi, tra cui Apple.

Al tribunale viene richiesto anche di imporre restrizioni su come Google allestisca i modelli sull’intelligenza artificiale. Secondo il Dipartimento di giustizia le pratiche seguite da Google impedirebbero una concorrenza paritetica nei settori in cui opera e “i rimedi – scrivono i procuratori al tribunale, secondo quanto riporta il Finacial Times – devono togliere a Google questi vantaggi”.

Radicalmente diversa, ovviamente, la posizione di Alphabet, secondo cui i “rimedi” richiesti dal Dipartimento di giustizia danneggerebbero gravemente i prodotti di Google e intaccherebbero i progressi fatti con gli investimenti sull’intelligenza artificiale. Secondo il gigante Internet il Dipartimento di giustizia “ha scelto di spingere con una agenda di interventismo radicale che danneggerebbe gli americani e la leadership globale americana” su queste tecnologie.

La richiesta del Dipartimento di giustizia prevede di vietare del tutto a Google di operare nel settore dei browser Internet, impedendogli un reingresso per cinque anni dopo la vendita di Chrome. E secondo i procuratori del Department of Justice andrebbe vietato a Alphabet anche di effettuare investimenti su gruppi concorrenti nella ricerca Internet e/o su prodotti di intelligenza artificiale o tecnologie per gli annunci pubblicitari.

Una richiesta specifica riguarda l’ordine di interruzione degli accordi in base ai quali Google elargisce miliardi di dollari a controparti come Apple per fare sì che utilizzino Google come motore di ricerca preimpostato nei loro dispositivi mobili. Il quotidiano ricorda che Chrome è di gran lunga il browser più utilizzato a livello mondiale e che conta per circa i due terzi del mercato negli Stati. (fonte immagine: Google).

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