Cooperazione rappresenta 65% latte raccolto il 70% produzione formaggi Dop
Milano, 20 nov. (askanews) – Per un allevatore che conferisce il proprio latte in cooperativa, il prezzo di remunerazione della materia prima è stabilmente superiore a quello di mercato, con un differenziale positivo del 16% (2022) rispetto al prezzo del latte in Lombardia, mentre in alcune aree di montagna si arriva addirittura a un prezzo più alto del 30%. È questo uno dei principali numeri emersi da uno studio Nomisma sul valore economico del sistema cooperativo presentato a Milano al primo summit della cooperazione lattiero-casearia organizzato da Alleanza Cooperative Agroalimentari dal titolo “Latte italiano: la forza della cooperazione”.
Il patto mutualistico tra i soci e la cooperativa, che si fonda su garanzia del conferimento e remunerazione del latte a prezzi più alti di quelli del mercato, fornisce una prospettiva di lungo periodo alle imprese cooperative: resilienza del sistema e longevità del rapporto tra soci e cooperativa sono gli altri due elementi di distintività del modello cooperativo. La vita media delle cooperative è di circa 60 anni, più del doppio di quella delle società di capitali (27).
L’analisi di Nomisma ha fotografato anche il ruolo cruciale che la cooperazione riveste per la tenuta e lo sviluppo dell’intero comparto lattiero-nazionale: con 17mila stalle, 540 imprese di trasformazione e più di 13mila lavoratori, la cooperazione rappresenta oltre il 65% del latte raccolto in Italia e il 70% della produzione dei principali formaggi Dop. Non solo. Tra le prime 20 imprese del settore lattiero-caseario, sette sono cooperative o appartengono a gruppi cooperativi. Il 63% del giro d’affari cooperativo lattiero-caseario è sviluppato dalle 25 imprese più dimensionate. Le performance economiche hanno registrato una crescita costante nell’ultimo decennio: nel periodo 2013-2022 le cooperative lattiero casearie hanno consolidato un incremento del fatturato del +52% (a fronte del +59% delle aziende di capitali) e la crescita è stata accompagnata da un robusto consolidamento delle dimensioni, in virtù sia di processi di crescita che di fusioni fra cooperative.
La crescita dimensionale è stata accompagnata da un sempre maggiore orientamento al mercato, e in particolare al più dinamico mercato estero: l’export delle prime 28 cooperative italiane vale da solo 1,2 miliardi di euro, pari al 23% del totale nazionale).