Serve tavolo tecnico per trovare una soluzione
Roma, 18 nov. (askanews) – Mentre il Senato si accinge ad approvare le novità al Codice della Strada, non vi è ancora soluzione per l’obbligo assicurativo per i mezzi agricoli in aree private. Approda domani in Aula a Palazzo Madama, infatti, per l’ok definitivo il disegno di legge sugli “Interventi in materia di sicurezza stradale e delega al Governo per la revisione del Codice della Strada”. Il testo, però, non prevede il rinvio dell’obbligo assicurativo, essendo stati respinti tutti gli emendamenti a riguardo.
Dal primo luglio scorso, ricorda in una nota Federacma si permane in una situazione di paradosso: con l’imposizione normativa da un lato e, dall’altro, l’impossibilità attuativa in assenza di adeguati e idonei strumenti assicurativi. Sono interessati sia tutti i commercianti macchine agricole, con almeno 100mila mezzi tra nuovi e usati nei piazzali, sia contoterzisti e agricoltori sull’intero territorio nazionale, con oltre un milione di mezzi.
“L’intera filiera, che abbiamo riunito ad inizio settembre, continua a chiedere la convocazione di un tavolo tecnico che possa trovare le dovute soluzioni – dichiara Andrea Borio, presidente di Federacma, Federazione Confcommercio delle associazioni nazionali dei rivenditori di macchine agricole, operatrici e da giardinaggio – Abbiamo redatto un documento condiviso posto all’attenzione dei ministri Matteo Salvini (Trasporti), Adolfo Urso (Imprese) e Francesco Lollobrigida (Agricoltura) su cui attendiamo ancora risposta”.
Dall’emanazione del Decreto legislativo del Ministero dei Trasporti, con cui è stato introdotto l’obbligo comunitario di assicurazione per i veicoli anche in aree private, è trascorso infatti quasi un anno. “Da parte nostra vi è tutta la volontà di darne attuazione. Dal Governo, però – conclude Borio – ci aspettiamo che venga presa in considerazione la richiesta della filiera agricola di aprire un confronto, affinché si creino gli strumenti assicurativi idonei per non gravare troppo su chi oggi è chiamato ad adeguarsi e non può causa impedimenti tecnici e pratici”.