Omelia per i porporati sul sagrato di San Pietro
Città del Vaticano, 30 set. (askanews) – La Chiesa, “e ogni suo membro”, “non vive di rendita, e tanto meno di un patrimonio archeologico, per quanto prezioso e nobile. La Chiesa, e ogni battezzato, vive dell’oggi di Dio, per l’azione dello Spirito Santo”, in uno stile di comunione “sinfonica”, fatta di “sinodalità”. Ad affermarlo è stato Papa Francesco, rivolgendosi a tutta la Chiesa ed in particolare al collegio cardinalizio che da oggi si è arricchito di ventuno nuovi porporati, creati da Papa Francesco stamane nel corso del Concistoro Ordinario Pubblico, sul Sagrato della Basilica di San Pietro. “Anche l’atto che stiamo compiendo qui adesso, ha senso se lo viviamo in questa prospettiva di fede. E oggi, alla luce della Parola, possiamo cogliere questa realtà: voi neoCardinali siete venuti da diverse parti del mondo e lo stesso Spirito che fecondò l’evangelizzazione dei vostri popoli, ora rinnova in voi la vostra vocazione e missione nella Chiesa e per la Chiesa”, ha detto Francesco durante la funzione religiosa da lui presieduta e citando il brano degli Atti degli Apostoli, che racconta la Pentecoste a Gerusalemme.
Il Papa ha parlato di “sorpresa feconda”, che Dio ci dà sempre attraverso il suo Spirito. Una “sorpresa”, dalla quale, ha detto Francesco, “vorrei trarre semplicemente una conseguenza per voi, fratelli Cardinali, e per il vostro Collegio. E vorrei esprimerla con un’immagine, quella dell’orchestra: il Collegio Cardinalizio – ha sottolineato – è chiamato ad assomigliare a un’orchestra sinfonica, che rappresenta la sinfonicità e la sinodalità della Chiesa. Dico anche la ‘sinodalità’, non solo perché siamo alla vigilia della prima Assemblea del Sinodo che ha proprio questo tema, ma perché mi pare che la metafora dell’orchestra possa illuminare bene il carattere sinodale della Chiesa”.
“Una sinfonia vive della sapiente composizione dei timbri dei diversi strumenti: ognuno – ha proseguito la sua riflessione il Papa – dà il suo apporto, a volte da solo, a volte unito a qualcun altro, a volte con tutto l’insieme”. E se “la diversità è necessaria ed è indispensabile”, ogni suono “deve concorrere al disegno comune. E per questo è fondamentale l’ascolto reciproco: ogni musicista deve ascoltare gli altri. Se uno ascoltasse solo sé stesso, per quanto sublime possa essere il suo suono, non gioverà alla sinfonia; e lo stesso avverrebbe se una sezione dell’orchestra non ascoltasse le altre, ma suonasse come se fosse da sola, come se fosse il tutto”. Facendo poi riferimento alla stessa funzione petrina, Francesco ha aggiunto che lo stesso “direttore dell’orchestra è al servizio di questa specie di miracolo che ogni volta è l’esecuzione di una sinfonia. Egli deve ascoltare più di tutti gli altri, e nello stesso tempo il suo compito è aiutare ciascuno e tutta l’orchestra a sviluppare al massimo la fedeltà creativa, fedeltà all’opera che si sta eseguendo, ma creativa, capace di dare un’anima a quello spartito, di farlo risuonare nel qui e ora in maniera unica”.
“Cari fratelli e sorelle, – ha concluso il Papa – ci fa bene rispecchiarci nell’immagine dell’orchestra, per imparare sempre meglio ad essere Chiesa sinfonica e sinodale. La propongo in particolare a voi, membri del Collegio Cardinalizio, nella consolante fiducia che abbiamo come maestro lo Spirito Santo: maestro interiore di ognuno e maestro del camminare insieme. Lui cerca la varietà e l’unità, Lui è la stessa armonia. Alla sua guida dolce e forte ci affidiamo, e alla custodia premurosa della Vergine Maria”.