Monti: le tante iniziative avviate iniziano a dare buoni riscontri

Milano, 7 nov. (askanews) – “Nonostante le difficoltà, la vendemmia 2024 in Romagna è stata ottima per tutte le uve bianche, ancor più per le uve bianche precoci, e molto buona anche per il Sangiovese. La vinificazione è alle fasi finali e ci sono tutti i presupposti per una buona annata”. A parlare è il presidente del Consorzio Vini di Romagna, Roberto Monti, tirando le somme dopo una raccolta iniziata il 6 agosto e conclusa il 16 ottobre al termine di un anno climaticamente complicato, che ha preso il via in un inverno 2023 particolarmente caldo.

“Dal punto di vista sanitario, le avversità sono state tenute bene sotto controllo. Le prime vendemmie dei vitigni precoci, come Pinot Grigio e Chardonnay, hanno avuto inizio nei primi giorni di agosto, con uve in ottime condizioni sanitarie. Si è proseguito poi con le altre varietà precoci Pinot Bianco, Sauvignon Blanc e poi Albana, e nelle aree collinari più calde è partita presto anche la vendemmia del Sangiovese, così come per il Trebbiano destinato a base spumante, la cui raccolta in pianura è iniziata gli ultimi giorni di agosto” racconta il presidente, spiegando che “tutto sommato questo anticipo di maturazione è risultato positivo, poiché quando sono arrivate le piogge di metà settembre, già oltre il 60% della produzione era stata raccolta. Le difficoltà determinate dalle intense precipitazioni – chiosa – hanno poi allungato la vendemmia, ma per gran parte del prodotto si è riusciti a portare a termine le operazioni entro il mese di settembre, salvaguardando così anche l’aspetto qualitativo”.

“Gli eventi alluvionali di quest’anno si sono verificati durante la vendemmia e hanno determinato qualche disagio ma senza compromettere la quantità e la qualità della produzione, fatta eccezione per pochi vigneti” chiarisce Monti, rimarcando che “come già si era visto nel 2023, i danni maggiori hanno interessato paesi e città alluvionate, mentre i danni diretti ai vigneti sono stati abbastanza contenuti».

“La Romagna del vino negli ultimi anni ha dimostrato la sua vitalità e ambizione attraverso la creazione di nuove sottozone, la sperimentazione di tecniche di affinamento e stili alternativi, la reintroduzione di vitigni autoctoni e le iniziative avviate in questi ultimi anni stanno procedendo e iniziano a dare buoni riscontri” commenta Monti, sottolineando che “è chiara la necessità di proseguire su questa strada e al contempo portare attenzione alle nuove tendenze dei consumatori: oggi i consumi si vanno spostando verso i vini bianchi e fanno bene i nostri produttori a lavorare sull’Albana per sfruttarne la versatilità nel dare vini eccellenti, seppur molto diversi in funzione degli stili di produzione, capaci di soddisfare in versione secco dalla sezione aperitivo all’accompagnamento a tutto pasto”.

“Analogamente, si sta procedendo bene sulla Rebola e anche sul Famoso, e altrettanto può dirsi per il Trebbiano e anche per gli spumanti bianchi e rosè contraddistinti dal marchio collettivo Novebolle” prosegue il presidente, aggiungendo che “per quanto riguarda il Sangiovese, la produzione sta evolvendo verso vini con maggiore frutto, più leggeri, meno impegnativi: il gradimento per l’intensità del frutto sta accrescendo anche l’interesse e i consumi dei Sangiovese in appassimento. Continua a crescere la schiera di produttori che si cimentano in Sangiovese che esaltino i caratteri dei territori puntuali – evidenzia – anche in ragione della possibilità di diffondere la conoscenza di tali progetti enologici attraverso la rivendica in etichetta della Sottozona, cui fa da volano il marchio collettivo consortile Rocche di Romagna. In sostanza, tutta la produzione è in evoluzione per regalare nuove perle al consumatore, e l’annata 2024 non sarà da meno”.

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