Italia quinta in Ue per impatto negativo, il 79% perdite è domestico

Milano, 29 set. (askanews) – Lo spreco alimentare è costato in media a ogni italiano 385 euro in un anno per un totale di 22,8 miliardi. A fare i conti in tasca ai nostri connazionali il Centro studi Divulga nel paper “Spreco e fame” pubblicato in occasione della Giornata Internazionale della consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari.

Complessivamente nel nostro Paese il 79% delle perdite economiche per lo spreco di cibo, pari al 17,92 miliardi, si genera in famiglia, mentre il restante 21% si suddivide tra produzione primaria (11% – 2,4 miliardi), industria alimentare (4% – 960 milioni), distribuzione (4% -970 milioni) e servizi di ristorazione (2% – 550 milioni).

L’Italia, che registra una perdita economica superiore al 15,6% della media europea, pari quest’ultima a 333 euro per abitante, si piazza al quinto posto tra i Paesi con i maggiori riflessi economici negativi, dietro al Belgio (552 euro pro capite), Danimarca (518 euro), Portogallo (506 euro) e Grecia (475 euro). Slovenia (188 euro), Croazia (189 euro) e Bulgaria (191) sono i Paesi che registrano le perdite minori.

Complessivamente nell’Unione Europea il fenomeno genera un costo stimato di circa 148,7 miliardi di euro di cui oltre 33,7 miliardi nel settore della produzione agroalimentare e 88,5 miliardi derivanti dai consumi delle famiglie.

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