A Roma fino al 17 novembre, 80 i titoli in programma

Roma, 6 nov. (askanews) – Da domani al via il MedFilm Festival, il festival del cinema del Mediterraneo, la più longeva manifestazione cinematografica di Roma che quest’anno tocca uno storico traguardo: la sua 30esima edizione. Sono infatti trenta gli anni di presenza e programmazione continuativa dell’unico festival in Italia dedicato alle cinematografie del Mediteranneo, fondato e diretto da Ginella Vocca, a riprova dell’attualità e centralità di un’idea positiva di Mediterraneo e delle culture che su di esso si affacciano e vivono.

Fino al 17 novembre i film e gli eventi del MedFilm animeranno cinema e musei della Capitale, dal concorso cinematografico ai meeting industry, dalle retrospettive storiche ai focus tematici, dagli eventi letterari alle masterclass universitarie agli incontri in carcere con i detenuti, insieme a spazi di riflessione dedicati ai temi cruciali del nostro presente.

Ottanta i titoli in programma, in anteprima nazionale, internazionale e assoluta che competeranno nelle diverse categorie, per un montepremi complessivo di 20.500 euro. Accompagneranno i film numerosi ospiti che avranno modo di incontrare la stampa e il pubblico del festival in occasione delle proiezioni. Confermate tutte le categorie, a cui si aggiunge quest’anno, in collaborazione con la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, il Premio alla Migliore Coproduzione EuroMediterranea nella categoria Concorso Ufficiale.

Tra le sedi che ospiteranno la manifestazione: il MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, il The Space Cinema Moderno, il Teatro Palladium, la Casa del Cinema.

Questa trentesima edizione sarà motivo di celebrazione, ma anche e soprattutto di riflessione sul percorso compiuto dal 1995 ad oggi, per un festival a cavallo tra due secoli che ha raccontato gli ultimi trent’anni della storia contemporanea attraverso il cinema e gli audiovisivi, finestre aperte sul mondo. È quindi naturale la proposta di una retrospettiva che parte quest’anno per concludersi nel 2025 con la 31esima edizione, dal titolo Mediterranea, con la partecipazione di quattro registe che hanno attraversato la storia recente del festival, autrici, amiche e donne che portano avanti la loro idea di arte e di vita: Kaouther Ben Ania e Layla Bouzid dalla Tunisia, Soudade Kaadan dalla Siria e Maryam Touzani dal Marocco. Sempre con uno sguardo al futuro, in collaborazione con il MAECI, le attività all’estero del MedFilm festival proseguiranno con maggiore intensità, portando il meglio del cinema mediterraneo anche oltre i suoi stessi confini geografici, a cominciare dalla tappa di Washington prevista a fine gennaio 2025.

Il più alto riconoscimento conferito dal MedFilm Festival, il Premio Koinè, rivolto a personalità del mondo dell’arte, della scienza, dell’impresa culturale e dell’associazionismo che si siano distinte per l’impegno a mantenere vivo il dialogo tra i popoli del Mediterraneo, quest’anno verrà conferito per la prima volta a un regista, Matteo Garrone, “per la capacità di incarnare nei personaggi del suo film – Io Capitano – il sogno di una Koinè comune”. Io capitano sarà proiettato in occasione della Cerimonia di Premiazione il 13 novembre.

Il rapporto con il passato individuale e collettivo, la relazione con la memoria e i ricordi, ma anche lo slancio verso il futuro: questi i moti sotterranei che attraversano gli otto film, provenienti da sette paesi diversi, di cui sei in Anteprima Italiana, del Concorso Ufficiale – Premio Amore e Psiche del MedFilm Festival 2024. Una trentesima edizione che ancora una volta si trova al centro delle più importanti questioni della contemporaneità. Il tempo del conflitto in Bosnia è al centro de I diari di mio padre di Ado Hasanovic, mentre i ricordi che rischiano di scomparire sono il cuore di Sulla terra leggeri di Sara Fgaier (prossimamente in sala con Istituto Luce Cinecittà) – entrambi film italiani ed entrambi film che lavorano con il materiale d’archivio. Poi ci sono opere che indagano il concetto di trauma e di maternità: Who Do I Belong To di Maryem Joobeur, in cui nelle remote campagne tunisine una madre affronta il figlio terrorista, e lo spagnolo Salve Maria di Mar Coll, dove una donna, alla nascita del primo figlio, capisce che diventare madre non era quello che voleva. I fantasmi del passato popolano anche Les Fantomes di Jonathan Millet (prossimamente in sala con Maestro Distribution), un thriller al cardiopalma e una grande prova d’attore per un film avvincente su vittime e carnefici del conflitto siriano. A parlare di futuro sono invece due ritratti pieni di umanità: l’iraniano Boomerang di Shahab Fotouhi, sinfonia emotiva che smonta ogni cliché sull’Iran di oggi, e il musicale Everybody Loves Touda di Nabil Ayouch (film di apertura, candidato per il Marocco agli Oscar 2025 e prossimamente al cinema con Maestro Distribution). E poi c’è il potente e atteso film No Other Land di Basel Adra, Hamdan Ballal, Yuval Abraham e Rachel Szor (prossimamente in sala con Wanted Cinema), opera prima di un collettivo israelo-palestinese, Miglior Documentario alla Berlinale 2024.

Atlante è la speciale sezione Fuori Concorso del MedFilm che accoglie opere di ogni formato realizzate da autori affermati e registi esordienti, spazio libero di indagine sull’orizzonte dentro il quale tutti siamo immersi, che oggi guarda inevitabilmente verso la Palestina. A questa terra sono dedicati i due film di Rashid Masharawi: Passing Dreams è l’on the road del dodicenne Sami alla ricerca del suo piccione perduto, e From Ground Zero è un lavoro collettivo e urgente che arriva da Gaza ed è composto da 22 cortometraggi, candidato Palestinese agli Oscar 2025.

Ad affrontare ulteriori sfide dell’oggi sono gli altri due film della sezione, Breath di Ilaria Congiu (anteprima mondiale al MedFilm Festival 2024), che racconta i percorsi di uomini e donne che vivono di pesca tra l’Italia, il Senegal e la Tunisia; e il tunisino Aïcha di Mehdi M. Barsaoui, tra il thriller politico e il racconto di emancipazione femminile, prossimamente in sala con I Wonder. A chiudere la selezione di lungometraggi due eventi speciali dedicati a maestri del cinema italiano: Io capitano di Matteo Garrone, il Premio Koiné di questa edizione, e Il manoscritto del Principe di Roberto Andò, nella versione restaurata dal CSC e con il suo regista protagonista di una Masterclass all’Università La Sapienza.

Tre anche gli eventi speciali. Il documentario Faghan – Figlie dell’Afghanistan di Emanuela Zuccalà, dove “faghan”, in lingua dari, è un gemito, un pianto di dolore, titolo tratto da un verso di Figlia dell’Afghanistan della poetessa Nadia Anjuman (1980-2005), picchiata a morte dal marito che non tollerava la sua indipendenza di donna e di intellettuale affermata. In collaborazione con WWF è l’evento Cetacei – Giganti fragili, per sensibilizzare sulla loro tutela e sulla valorizzazione degli habitat marino-costieri con i documentari Giganti dimenticati di Lorenzo Colantoni e Operazione Capodoglio – La storia di Gea di Emanuele Quartarone.

MedFilm infine festeggia i trent’anni lanciando una nuova collaborazione con il Cabriolet Film Festival, primo festival cinematografico all’aperto del suo genere in Libano. Dal programma del CFF arrivano il toccante documentario Kaab el-Day’a di George Abi Ramia e Sarah Abboud e l’irresistibile commedia grottesca Sisters of the Rotation dei fratelli Michel e Gaby Zarazir.

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