Orban, Wilders e l’FPO sul pratone dell’happening annuale della Lega. Le Pen Bardella e Bolsonaro presenti in video
Milano, 4 ott. (askanews) – Dalla lotta della Lega Lombarda contro il Sacro Romano Impero, alla celebrazione della vittoria della Lega Santa contro l’Impero Ottomano. Cambia la simbologia di Pontida, come cambia la ragione sociale della Lega: la rievocazione delle città padane che si uniscono contro il Barbarossa ispirava la Lega di Umberto Bossi che si ribellava al giogo di Roma; oggi il ricordo dell’alleanza voluta da papa Pio V contro l’avanzare dei musulmani fomenta l’”Internazionale nera” che Matteo Salvini raduna sul pratone delle Prealpi bergamasche per “difendere i confini” dell’Europa.
In fondo non un cambiamento così radicale: il conservatorismo delle tradizioni locali e la difesa delle micro-identità delle piccole patrie non sono tanto distanti dalle parole d’ordine della estrema destra europea: lotta alle migrazioni declinata come difesa dell’identità cristiana, rifiuto della “cultura woke” in nome della famiglia tradizionale, sovranismo nazionalista come argine ai cambiamenti imposti da un presunto ordine mondiale globalista.
Le parole d’ordine che domenica condivideranno gli “ospiti internazionali” della kermesse salviniana: special guest Viktor Orbàn, che sarà sul palco di Pontida. Come l’olandese Geert Wilders, il portoghese André Ventura, la vicepresidente di Fpö, il partito che ha vinto le elezioni austriache, Marlene Svazek. Marine Le Pen e Jordan Bardella, impegnati in Francia per una manifestazione politica, manderanno un videomessaggio, come l’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro. Toccherà a loro esaltare le gesta di Salvini da ministro dell’Interno, che nel nome della “difesa dei confini” deve ora vedersela con la possibilità di una condanna fino a 6 anni di galera nel processo Open Arms di Palermo.
E sarà questo il cuore della manifestazione, preferito anche all’autonomia differenziata, che pure ha visto ieri – non a caso – l’avvio dei negoziati con le Regioni del Nord sulle prime materie. “Non è reato difendere i confini”, sarà però la scritta dietro il palco: l’idea di una “fortezza Europa” è il collante dei sovranismi riuniti a Pontida: tutti all’opposizione di von der Leyen, in molti con rapporti difficili col Ppe, come testimonia la lite sull’Fpo tra lo stesso Salvini e Antonio Tajani.
Ma la linea di Salvini è ormai questa da tempo, e l’appuntamento di domani servirà a proporlo come campione europeo della lotta all’immigrazione, trasformando la possibile condanna per sequestro di persona in una medaglia al valore. Anche a Pontida quindi si potrà firmare per sostenere la linea salviniana, e addirittura nascerà un “Comitato per la sicurezza dei confini”: chi firmerà a sostegno di Salvini riceverà la tessera da socio fondatore, “un attestato per confermare la propria vicinanza al leader e la determinazione a difendere i confini”.