Nelle zone occupate

Roma, 25 set. (askanews) – I metodi di tortura adottati dalla Russia nelle zone occupate dell’Ucraina sono stati così brutali che alcune vittime sono morte. Lo ha denunciato il capo di un organismo investigativo incaricato dalle Nazioni Unite. Erik Mose, presidente della Commissione d’inchiesta sull’Ucraina, ha informato il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra che il suo team ha raccolto ulteriori prove che indicano che il ricorso alla tortura da parte delle forze armate russe nelle aree sotto il loro controllo è stato esteso e sistematico. “In alcuni casi, la tortura è stata inflitta con tale brutalità da causare la morte della vittima”, ha dichiarato. La commissione di Mose ha visitato alcune zone dell’Ucraina precedentemente controllate dalle forze russe, come Kherson e Zaporizhzhia: ha scoperto che la tortura è stata commessa principalmente nei centri di detenzione gestiti dalle autorità russe. La commissione aveva in precedenza affermato che le violazioni commesse dalle forze russe in Ucraina, compreso l’uso della tortura, possono costituire crimini contro l’umanità. La Russia nega di aver commesso atrocità o di aver preso di mira i civili in Ucraina. Mosca ha avuto l’opportunità di rispondere alle accuse durante l’udienza del Consiglio, ma nessun rappresentante russo ha partecipato.

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