Listini oli Dop e Igp confermano tensioni rialziste non omogenee
Roma, 1 ott. (askanews) – Da gennaio a settembre 2024 i prezzi medi dell’olio extravergine di oliva sono cresciuti di oltre il 30% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sia in Italia che in Spagna. Questo aumento si aggiunge a quello già importante del 2023, quando in tutti i principali paesi competitor i listini avevano raggiunto livelli record. E’ quanto emerge dal report Tendenze olio di settembre di Ismea.
“Questo – sottolinea Ismea – è un aspetto fondamentale per capire anche gli andamenti dei prezzi dei prossimi mesi, risultato della combinazione di una produzione non particolarmente abbondante, ma superiore a quella delle ultime due campagne, e di una matrice dei prezzi mai così elevati”.
Analizzando la dinamica delle quotazioni degli ultimi mesi, si evidenzia che già a metà luglio, quando le scorte hanno cominciato ad assottigliarsi, i prezzi erano ancora sui 9,50 euro al chilo nel Barese, solo poco al di sotto dei 9,68 in media di inizio anno, mentre nel Foggiano c’è stata una flessione più evidente con i listini passati da 9,5 a 9,05 euro al chilo. Ad agosto i listini sono scesi ancora fino ad arrivare sotto i nove euro nel Foggiano, mentre nel Barese sono restati poco sopra questo limite; situazione analoga in Calabria.
Del resto, anche in Spagna dopo le lievi flessioni primaverili, i listini si sono assestati su 7,80 euro al chilo con i detentori di olio di qualità restii a immettere grossi volumi sul mercato. In Spagna, peraltro, sono bastate le prime stime relativamente ottimistiche per far scendere in agosto i listini medi dell’Evo sotto i sette euro al chilo.
Sul lampante italiano, invece, l’estate ha fatto registrare flessioni più importanti. Da gennaio a settembre, infatti, si è scesi da una media nazionale di quasi 7 euro a 5,27 euro al chilo, seguendo l’andamento del lampante spagnolo che in luglio e agosto è sceso sotto la soglia dei 6,5 euro al chilo, dopo essere restato per mesi sopra gli otto fino a marzo di quest’anno. “C’è quindi – spiega Ismea – una sostanziale spaccatura tra gli oli extravergini di qualità che si mantengono su livelli sostenuti mentre scendendo nella piramide qualitativa le riduzioni sono decisamente più consistenti”.
Intanto, i listini degli oli Dop e Igp hanno confermato le tensioni rialziste evidenziate nell’intero settore ma con crescite non omogenee. Il variegato panorama delle Ig olio, infatti, ha messo in evidenza un assestamento dei listini verso l’alto con aumenti più consistenti nei prodotti che partivano da livelli più bassi, mentre i prodotti che da sempre si collocano su fasce di prezzo più elevate, sono cresciuti ma a ritmi meno elevati.