Agricoltura sociale in ospedali, carceri e scuole
Roma, 30 set. (askanews) – Sono stati presentati a Terra Madre Salone del Gusto 2024 i nuovi progetti degli orti di comunità gestiti da ragazzi e da adulti con disabilità, da detenuti o da altri soggetti fragili all’interno di ospedali, carceri e scuole. Un’agricoltura sociale di piccola, anzi minuscola scala, ma dai frutti preziosi.
Il primo ha preso forma nel carcere di Saluzzo (Cuneo) grazie al progetto Giust’Orto della Cooperativa Voci Erranti. Oggi i detenuti che lavorano l’orto, realizzato in un’area aperta della casa circondariale prima inutilizzata, sono dieci. Ogni mattina, da lunedì a sabato, qualcuno se ne prende cura. Il secondo a Spinazzola, nella provincia di Barletta-Andria-Trani, dove ora c’è un orto gestito da alcuni pazienti della Comunità riabilitativa assistenziale psichiatrica (Crap) della città. Il progetto, chiamato Tutti insieme per l’orto sociale Slow Food Puglia, ha fatto sì che bambini e pazienti si incontrassero, ed è un prezioso esempio di forte inclusione sociale.
Ancora, nell’orto sociale e didattico per soggetti autistici Tutti giu’ per terra, a Quiliano (Savona), lavorano persone con disturbo dello spettro autistico. Ancora, nelle Marche c’è l’Orto in corsia, progetto avviato nell’ospedale pediatrico Salesi di Ancona in collaborazione con Slow Food Ancona e Conero. Le attività vanno dalla messa a dimora delle piantine alla degustazione olfattiva delle erbe aromatiche, con l’ambizione di portare nel prossimo futuro un’esperienza analoga nei reparti dove ci si occupa di disturbi alimentari.