Nei primi otto mesi l’talia (-5,7%) fa meglio dei competitor (-8%)
Milano, 27 set. (askanews) – Calano ancora i consumi di vino negli Stati Uniti. Agosto, rileva l’Osservatorio di Unione italiana vini (Uiv) su base Sipsource, segna “uno dei peggiori mesi dell’ultimo biennio (-13%) per le vendite complessive di vino” e porta il cumulato da gennaio a un -8% a volume. L’Italia, grazie agli spumanti, mostra a fatica il bicchiere mezzo pieno ma solo in considerazione delle peggiori performance dei competitor. Il parziale tricolore negli otto mesi, secondo le elaborazioni di Uiv sulla piattaforma dei distributori americani, si ferma a un -5,7% a volume e a -4,4% a valore, contro una media complessiva dei consumi rispettivamente a -8,3% e -7,4%.
A smorzare il calo delle vendite italiane sono però solo gli spumanti che, pur con un lieve calo agostano (-1,5%, molto meno del 8,8% generale italiano), nei primi 8 mesi si mantengono in terreno positivo (+1.5%). È ben diversa invece la situazione per i vini fermi, con bianchi (-13% su mese di agosto) e rossi appaiati a -8% e i rosati a -11%.
“Se da un lato i numeri dell’export verso gli Usa indicano a luglio un segno positivo ancora piuttosto solido, dall’altro il persistente calo degli effettivi prodotti immessi al consumo rappresenta un campanello di allarme piuttosto serio. La speranza è che ora, con il taglio dei tassi e le imminenti presidenziali, ci possano essere segnali di inversione di rotta su un mercato fortemente condizionato dal calo del potere di acquisto” come il segretario generale di Uiv, Paolo Castelletti, aggiungendo che “prova ne sia che il mese di agosto ha visto naufragare a -15% i consumi dei nostri vini nell’on-premise”.
Sempre secondo le rilevazioni dell’Osservatorio Uiv, la locomotiva spumanti è arrivata ormai a rappresentare il 35% delle vendite di vino italiano negli Stati Uniti a fronte di una quota generale degli sparkling negli Usa ferma al 9%. Una tipologia, quella delle bollicine tricolori, che, complici i wine cocktail, cresce nonostante tutto e in assoluta controtendenza rispetto al totale mercato degli sparkling (-7,4% i volumi) e agli champagne francesi, in profondo rosso a -13%. La cavalcata degli spumanti e del Prosecco, che è il prodotto italiano più venduto oltreoceano, è trainata quest’anno in particolare dall’Asolo Prosecco (volumi a +15%) e dal Prosecco Treviso (+6%) mentre perde quasi 6 punti il Prosecco Doc. Per contro, tra le Denominazioni ferme maggiormente richieste negli esercizi commerciali statunitensi è difficile trovare segni “+”: a parte la crescita del Brunello di Montalcino (+5%) e la tenuta del Chianti Classico, i volumi commercializzati virano in negativo per tutte le principali bandiere del made in Italy, dal Chianti Docg (-16%) alla Doc Toscana (-13%), dal Pinot Grigio delle Venezie (-9%) al Barolo (-6%).