Ma solo un terzo misura i progressi
Roma, 27 set. (askanews) – Sette aziende europee su dieci hanno una conoscenza approfondita dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) fissati da Agenda 2030 e sei su dieci li integrano all’interno della loro strategia aziendale, concentrandosi soprattutto su parità di genere, lavoro dignitoso e cambiamento climatico. È quanto emerge da European Private Sector SDG Stocktake 2024, il report realizzato dai Network europei di UN Global Compact e presentato ieri a New York durante la settimana dell’Assemblea Generale dell’ONU. Nell’indagine sono state coinvolte 1.422 aziende europee basate in 10 Paesi (Italia, Francia, Spagna, Regno Unito, Svizzera/Liechtenstein, Grecia, Irlanda, Bulgaria, Serbia e Turchia), con l’obiettivo di misurare il loro impegno per l’integrazione degli SDGs nel loro business.
Lo scenario europeo. Le aziende europee dimostrano un forte grado di comprensione degli SDGs, con il 69% che ritiene di averne una conoscenza approfondita e il 59% che afferma di integrarli all’interno della sua strategia di sviluppo sostenibile. Questo impegno è associato soprattutto al desiderio di rafforzare la strategia di sostenibilità aziendale (44% del campione). Il 32% degli intervistati evidenzia anche il ruolo chiave dei Global Goals per affrontare al meglio le normative europee, alla luce della progressiva implementazione delle nuove direttive dell’UE come la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD). In questo senso, l’87% del sotto-campione formato dalle aziende interessate dalla CSRD dichiara che farà espressamente riferimento agli SDGs nella propria informativa di sostenibilità.
Il rapporto evidenzia che il settore privato europeo intraprende principalmente azioni a favore della parità di genere (SDG 5 – 44%), del lavoro dignitoso e della crescita economica (SDG 8 – 44%) e del contrasto al cambiamento climatico (SDG 13 – 40%). È incoraggiante notare che il 39% delle aziende intervistate agisce sugli SDGs integrandoli direttamente nei propri processi e attività. In generale, il 58% del campione ritiene che questo abbia avuto un impatto positivo sulla propria performance economica e il 26% lo considera addirittura significativo. Lo studio mostra, tuttavia, che il contributo allo sviluppo sostenibile e agli SDGs non è ancora misurato dalle aziende in modo sistematico ed efficiente, poiché solo un terzo degli intervistati ha fissato obiettivi specifici, misurabili e vincolati nel tempo per verificare il proprio impegno e la propria azione, così come i progressi. Inoltre, appena il 21% delle aziende ha identificato gli SDGs per loro prioritari e ha valutato gli impatti positivi e negativi delle proprie attività.
Lo scenario italiano. L’88% delle aziende italiane intervistate afferma di aver acquisito una conoscenza approfondita degli SDGs. In particolare, tra le aziende che hanno sviluppato una strategia di sostenibilità, il 72% dichiara di aver integrato direttamente gli SDGs contro il 10% che afferma di non averlo fatto: una conferma di come l’Agenda 2030 sia un framework imprescindibile per la maggior parte del settore privato. I tre principali SDGs su cui le aziende italiane intervistate concentrano i propri sforzi sono l’SDG 15 (vita sulla terra), l’SDG 3 (salute e benessere per tutti) e l’SDG 16 (pace, giustizia e istituzioni forti).
A fronte dell’entrata in vigore del decreto di recepimento nel nostro ordinamento della CSRD, l’83% delle aziende italiane coinvolte ha dichiarato che farà riferimento agli SDGs nei propri report di sostenibilità. Per misurare il proprio contributo ai Global Goals, il 43% delle imprese del campione italiano utilizza indicatori di performance specifici, misurabili e fissati nel tempo, mentre il 46% si limita a utilizzare semplici KPI di performance senza obiettivi temporali e misurabilità. Un 11%, invece, non utilizza alcun tipo di misurazione.
Per quanto riguarda i risultati concreti, il 22% delle aziende dichiara di aver già raggiunto gli obiettivi che si era prefissato sugli SDGs, mentre il 70% afferma di essere sulla buona strada. Solo l’8% ritiene di non aver ancora raggiunto gli obiettivi stabiliti.
Le 5 raccomandazioni di UN Global Compact. Sulla base di questi risultati, le reti europee del Global Compact delle Nazioni Unite hanno formulato cinque raccomandazioni per le aziende europee: integrare gli SDGs nelle loro attività e nei processi; comunicare sugli SDGs e definire indicatori di misurazione dei progressi; attivare sempre più partnership con attori di diversa natura, per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030; impegnarsi sulla formazione dei propri fornitori sui temi dello sviluppo sostenibile e sugli SDGs; rafforzare la connessione fra SDGs e investimenti finanziari.
Il report è stato realizzato grazie a un’indagine congiunta condotta da 10 Network Europei UNGC, i cui dati sono stati analizzati e consolidati da PwC France & Maghreb. Il campione totale di aziende intervistate è stato di 1.422, di cui il 52% aderenti al Global Compact delle Nazioni Unite. La maggior parte degli intervistati sono PMI (43%), seguiti da aziende a media capitalizzazione (33%). Le microimprese rappresentano il 13% degli intervistati, mentre le grandi aziende l’11%. Per l’Italia, sono state intervistate 140 imprese, di cui il 79% aderenti al Network.
“I risultati dell’indagine dimostrano la crescente propensione del settore privato europeo nell’integrare gli SDGs nelle loro strategie aziendali” ha dichiarato Marco Frey, Presidente dell’UN Global Compact Network Italia. “È fondamentale definire indicatori chiari per la misurazione dei propri progressi verso i Global Goals. Inoltre, coinvolgere le catene di fornitura in percorsi virtuosi di sostenibilità, a partire da attività di formazione e capacity building, sarà un elemento chiave per le aziende per aumentare l’impatto positivo del business al livello globale. Infine, orientare gli investimenti finanziari delle grandi imprese verso la sostenibilità e gli SDGs può dare un contributo importante nel mobilitare e scalare le risorse necessarie per garantire una crescita sostenibile e responsabile nel lungo periodo”.
“Con l’Agenda 2030 che si avvicina alla sua fase finale, l’urgenza di accelerare i progressi verso gli SDGs non può essere sottovalutata”, ha dichiarato Daniela Bernacchi, Executive Director dell’UN Global Compact Network Italia. “Le aziende europee hanno compiuto passi significativi nell’allineamento agli obiettivi, ma è chiaro che dobbiamo trasformare queste ambizioni in risultati concreti. Il quadro regolatorio europeo sempre più articolato e orientato alla sostenibilità, che sarà effettivo in modo graduale da oggi al 2029, offre un’opportunità unica per rafforzare l’impegno e rendere misurabili e omogenei i risultati e le performance di sostenibilità delle imprese. La collaborazione tra aziende, Istituzioni e società civile sarà essenziale per fare dell’Europa un modello di sostenibilità globale. Queste alleanze pubblico-privato-terzo settore, dunque, sono un fattore critico di successo per colmare il gap ancora esistente rispetto al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030”.