Che ha colpito il territorio dal 17 al 19 novembre

Roma, 26 set. (askanews) – Una prima ricognizione dei danni a coltivazioni, terreni e allevamenti, provocati dall’alluvione che dal 17 al 19 settembre ha colpito il territorio del ravennate. E lo stato di avanzamento degli indennizzi legati ai finanziamenti in ambito agricolo per gli altri gravi episodi di maltempo e allagamenti del 2023.

Questi i temi al centro dell’incontro di stamattina, nella sede della Provincia di Ravenna, tra l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi, la vicepresidente della Provincia di Ravenna, Valentina Palli, le associazioni che rappresentano le imprese agricole e agroalimentari ravennati, e la struttura tecnica regionale.

“L’impegno della Regione per erogare le risorse per le imprese agricole, alcune colpite più volte dai tragici eventi alluvionali è massimo – ha detto l’assessore Mammi – Stiamo lavorando per la messa in sicurezza delle opere, per provvedere alle criticità più urgenti e garantire aiuto e sostegno alle imprese. E’ necessario coinvolgere gli agricoltori nella fase di ricostruzione delle opere che serviranno per mettere in sicurezza i territori, e che vanno realizzate con rapidità. Abbiamo inoltre bisogno di correggere gli strumenti di erogazione delle risorse che non stanno funzionando, come ad esempio Agricat”.

La Regione, nel frattempo continua a lavorare anche a livello tecnico tenendo aperto il confronto con le rappresentanze delle imprese agricole e agroalimentari per la ricostruzione e la messa in sicurezza del territorio, per accelerare le attività infrastrutturali, le opere di somma urgenza, la pianificazione territoriale.

“Siamo in continuo contatto con tutte le associazioni per raccogliere le loro istanze e collaborare insieme- ha concluso Mammi – Il confronto con le rappresentanze delle imprese è fondamentale per agire con concretezza, tempestivamente e condividendo le decisioni sul territorio. Faremo tutto il possibile per sostenere le nostre imprese agricole, ancora una volta colpite dagli effetti del surriscaldamento e dei cambiamenti climatici, che credo nessuno possa più negare”.

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