Sistema alimentare deve integrare attività umane con gli ecosistemi

Torino, 26 set. (askanews) – “Per noi il cibo è strumento di cambiamento culturale e politico, quindi Torino chiama Ortigia”. Queste le parole della presidente di Slow Food Italia, Barbara Nappini, in occasione dell’inaugurazione della 20esima edizione di Terra Madre a Torino.

“Noi – ci ha detto – abbiamo fatto già recapitare 10 punti al ministro dell’Agricoltura proprio per portare le nostre richieste. I 10 punti toccano alcuni elementi che sono ovvi ed enormi: l’abolizione dell’uso della plastica usa e getta, un’esortazione ad adottare l’agroecologia, un ripensamento degli allevamenti intensivi, ma diciamo in generale quello che di nuovo abbiamo chiesto a Ortigia è quello di lavorare per decisioni lungimiranti che si occupino non dei prossimi sei mesi ma dei prossimi sei secoli perché l’agricoltura è la garanzia di sopravvivenza per tutti noi e quindi è al centro di tutte le questioni più importanti che i nostri decisori politici sono chiamati a trattare”. Questa 20esima edizione di Terra Made ha come titolo “We are Nature”: “Siamo voluti uscire dalla logica antropocentrista che ha connotato il Novecento – ha spiegato Nappini – la nostra è un’esortazione a un cambio di paradigma. Non siamo noi che gestiamo, controlliamo, tantomeno salveremo la natura ma sarà casomai lei a salvarci se la trattiamo un po’ meglio di come abbiamo fatto finora. Quindi un’esortazione a rientrare dentro la natura come parte di un mosaico molto più grande di noi. L’obiettivo comune del sistema alimentare, ma non solo, è quello di integrare le attività umane in maniera armonica con gli ecosistemi che ci ospitano”.

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