Basta pregiudizi e fake news
Roma, 25 set. (askanews) – Stare dalla parte degli agricoltori, isolando atteggiamenti ideologici e fake news, contribuendo tutti al recupero di una rinnovata fiducia nei confronti del comparto. È l’agricoltura, con i suoi produttori, l’ago della bilancia tra uomo e natura, tra sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale, produttività ed ecosistemi globali. Questo vuol dire per Cia-Agricoltori Italiani “Essere Natura”, tema dell’edizione 2024 di Terra Madre Salone del Gusto dove la Confederazione torna, da domani al 30 settembre al Parco Dora di Torino, con un grande spazio espositivo, allo Stand P, tra show cooking, degustazioni e mostra-mercato dei prodotti tipici delle aziende associate.
“Occorre restituire dignità agli agricoltori e agli allevatori – è il commento del presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, alla vigilia della manifestazione -. Non c’è altro modo per accompagnare davvero, e non ostacolare, la transizione green del comparto. In altri termini, prima di tutto: riconoscendo il giusto reddito ai produttori; intervenendo su una narrativa della zootecnia che la vuole per forza inquinante, mentre in Europa l’incidenza degli allevamenti sulle emissioni complessive è del 7%, e agevolando, senza pregiudizi e alibi, le Tea (Tecniche di evoluzione assistita) che rappresentano il futuro dei campi, grazie a piante sempre più resistenti ai cambiamenti climatici”.
E ancora, per Cia, sarebbe servita una diversa riflessione anche rispetto alla legge Ue sul ripristino della natura, visto che pretende venga recuperato almeno il 20% delle aree terresti e marittime Ue entro il 2030 e tutti gli ecosistemi degradati entro il 2050, ma non tiene conto di quanto gli agricoltori affrontano per preservare biodiversità e paesaggio da climate change ed erosione, per garantire a tutti cibo sano e di qualità, nonostante la fase di profonda instabilità geopolitica ed economica. Senza trascurare tutta la grande emergenza animali selvatici che necessita di un Piano nazionale di gestione del sovrappopolamento delle specie, dai cinghiali ai lupi, che tuteli il settore zootecnico e le comunità rurali, garantendo allo stesso tempo la salvaguardia delle peculiarità faunistiche dei territori.