Dal 25 al 28 settembre nel prezioso borgo medievale nell’aretino

Roma, 24 set. (askanews) – Un borgo duecentesco pressoché intatto nel cuore della più verde Toscana, casa del più celebre Albero della Vita di oreficeria trecentesca e di molte altre meraviglie poco frequentate; e una violinista – Irene Abrigo – di soli 36 anni ma già affermata sui migliori palchi internazionali: da questo incontro di bellezza nasce quattro anni fa un piccolo festival di musica da camera all’avanguardia per originalità di repertori e creatività divulgativa, dove in luoghi segreti di grande fascino e nel silenzio di vicoli immutati nei secoli, eccellenti cameristi danno vita a concerti preziosi e conducono sulla via della musica i giovani della GenZ con l’escape room noir dedicata a Paganini, ma anche gli anziani della casa di riposo comunale, con incursioni di note davanti alla spettacolare vista della campagna rinascimentale toscana.

Giovane, ma con già alle spalle debutti importanti come quello alla Carnegie Hall di New York nel 2016, la violinista virtuosa Irene Abrigo, al cui impegno e amore sin dall’infanzia per l’incantevole borgo medievale di Lucignano si deve quattro anni fa la nascita di questo piccolo ma ambizioso festival di grande qualità, coltiva da sempre molte passioni a latere della musica, fra cui l’impegno nel sociale con la sua associazione Pourquoipas, che collabora con istituzioni come UNHCR e il CIO, e la volontà di far incontrare culture vicine ma diverse con la sua Italian-Swiss music society, nata appositamente per lo scambio culturale tra Italia e Svizzera, sua patria d’adozione.

Questo spirito di continua contaminazione tra linguaggi culturali e l’impegno nel sociale è divenuta dunque anche la cifra stilistica del Lucignano Music Festival, dove grandi cameristi della statura del violista Jürg Dähler o del violoncellista Patrick Demenga, si uniscono ad importanti realtà artistiche del territorio, come i Solisti dell’Orchestra da Camera di Perugia o l’attore e regista di cinema, teatro e televisione Francesco Bolo Rossini, sempre su impaginati di rara originalità, in cui grandi classici come Paganini, Schubert, Piazzolla, Prokofiev o Debussy dialogano con compositori contemporanei di solida fama internazionale ma quasi mai rappresentati in Italia, come la finlandese Grammy Award Kaija Saariaho, il violoncellista e compositore già eseguito alla Philharmonie di Berlino Alfred Felder, o pagine storiche assai rare come quelle dell’ottocentesca violinista e compositrice svedese Amanda Maier, morta a soli 41 anni e il cui catalogo completo delle composizioni non è ancora stato indagato, o il settecentesco inglese Joseph Gibbs.

Il Lucignano Music Festival è dunque da quattro anni un piccolo cenacolo di grandi artisti – tra cui vale ricordare anche il chitarrista Giampaolo Bandini, il bandoneon di Cesare Chiacchiaretta, i pianisti Massimiliano Génot e Hiroko Sakagami – uniti per giorni in uno dei borghi fortificati medievali meglio conservati d’Italia, la cui caratteristica struttura ellittica a strade anulari concentriche sembra già di per sé metafora di raccoglimento ed accoglienza, quasi come in una moderna rinascita del ritiro del Decameron. E nell’abbraccio ideale delle antiche mura, nel cuore di un paese toscano ancora ricco di vita sociale vera e non semplice vetrina per il nuovo over tourism imperante, gli artisti vivono e fanno musica a fianco dei cittadini, tanto da portare le prove proprio nel cuore della tradizione e della memoria lucignanese, come la casa di riposo per anziani sita in un bellissimo palazzo del centro storico e aperta, grazie ad una panoramica terrazza, sulla natura rinascimentale della valle; o chiudendo il concerto finale con una rustica cena sociale in uno dei ristoranti storici del borgo o ancora trasformando l’escape room dedicata a Paganini e già sperimentata con successo dalla sua ideatrice Irene Abrigo in Svizzera, in una vera scoperta dei tanti tesori nascosti e poco conosciuti di questa cittadina così ricca di storia, tradizioni ed arte da farla competere con centri di ben maggiori dimensioni e fama.

L’escape room paganiniana, che vedrà anche molti momenti di musica del violinista del diavolo eseguiti dalla virtuosa Abrigo sul suo prezioso Guadagnini 1758, si svolgerà in doppio appuntamento quotidiano, in italiano ed in inglese, per ben tre giorni da giovedì 26 a sabato 28 settembre e sarà dunque un momento di gioco noir per grandi, piccini e famiglie, in cui al fascino immortale del misterioso Paganini si uniranno scoperte davvero inedite.

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