Appello alle istituzioni del presidente del Consorzio Doc Sicilia
Milano, 23 set. (askanews) – “La Sicilia del vino ha raccolto la sfida lanciata dal cambiamento climatico e attraverso la ricerca, la sperimentazione, la sostenibilità e la valorizzazione della biodiversità sta cercando di governare uno dei momenti più difficoltosi per la viticoltura siciliana. Le aziende vitivinicole, l’agricoltura tutta, negli ultimi anni hanno messo in atto varie azioni per limitare i danni di un climate change che colpisce sempre più. La carenza idrica e l’aumento delle temperature, che negli ultimi anni hanno avuto un impatto diretto su tutta la produzione agricola, richiedono soluzioni ed interventi urgenti. Purtroppo ancora oggi la gran parte dell’acqua che piove sull’isola finisce in mare: richiediamo quindi un incremento importante degli investimenti pubblici indirizzati alla realizzazione di laghetti collinari, alla ristrutturazione delle dighe esistenti per aumentarne la capacità di invaso, la costruzione di grandi bacini e il miglioramento della rete di distribuzione dell’acqua. Queste misure possono e devono essere promosse dalle istituzioni regionali e nazionali per garantire un futuro sostenibile alle aziende vitivinicole siciliane e agli agricoltori tutti”. Lo ha detto il presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia, Antonio Rallo al convegno “Resilienza, ricerca, strategia: la Sicilia governa il cambiamento climatico” tenutosi alla Sala Borsellino del Comune di Siracusa nel corso dell’Expo Divinazione, in occasione del G7 Agricoltura, dove l’ente consortile, Assovini Sicilia e la Fondazione SOStain Sicilia si sono presentate unite.
Il cambiamento climatico si è manifestato chiaramente negli ultimi anni e “in questo scenario – ha aggiunto Mariangela Cambria, presidente di Assovini Sicilia – diventa fondamentale l’intervento attivo delle Cantine, prime sentinelle di un territorio che ha sempre più bisogno di attenzione e interventi rapidi che spesso vengono delegati ai privati”. Secondo un sondaggio curato dall’Università di Messina per Assovini Sicilia, l’80,5% degli associati ha introdotto nuove tecnologie e metodologie nella vinificazione e nella gestione del vigneto, il 22% partecipa a progetti di sperimentazione nei vigneti; il 20,3% ha attivato progetti con enti di ricerca per accedere a tecnologie all’avanguardia applicabili sul campo che riescono ad incidere sulla qualità del prodotto.
“Come Fondazione SOStain nasciamo con il chiaro obiettivo di promuovere la sostenibilità del settore vitivinicolo siciliano: questo concetto non riguarda solamente l’attività agricola in sé ma va oltre i confini dei campi che si coltivano, poiché riguarda anche il benessere dei lavoratori e la salute dei consumatori, il coinvolgimento delle comunità locali, la valorizzazione del territorio circostante, la conservazione delle risorse naturali” ha affermato il vicepresidente della Fondazione, Giuseppe Bursi, ricordando che “tra i dieci punti minimi, richiesti nel nostro Disciplinare chiediamo l’applicazione del programma ‘VIVA’: le aziende sono tenute a calcolare, a livello di organizzazione, l’impatto delle proprie attività su fattori ambientali quali acqua, aria e vigneto e adottare tecniche di risparmio idrico ed energetico. Le aziende stanno imparando sempre più a esser virtuose nella gestione delle risorse – ha concluso Bursi – e a guardare al futuro con un impegno non solo di business ma anche sociale”.
“Anche il Consorzio sta promuovendo progetti di ricerca che affrontino il cambiamento climatico tramite l’innovazione – ha concluso Rallo – con i progetti di ricerca ‘Bi.Vi.Si’, ‘Vista Lucido’ e ‘Germoplasma viticolo’, realizzati in collaborazione con l’Irvo, l’Università di Palermo e di Milano, l’assessorato all’Agricoltura della Sicilia e Assoenologi”.