Richiesto a nome del Governo italiano
Roma, 23 set. (askanews) – Positivo l’iniziativa del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che ha chiesto di rinviare l’entrata in vigore del Regolamento europeo sulla deforestazione a nome del governo italiano, un provvedimento che per Assitol potrebbe mettere a rischio la sicurezza degli approvvigionamenti di materie prime agricole fondamentali come la soia e l’olio di palma.
“È un primo passo importante – commenta in una nota Andrea Carrassi, direttore generale di Assitol – ringraziamo il Ministro e la compagine governativa per questa azione necessaria, che dà sostegno alle aziende coinvolte, tuttora alle prese con un provvedimento con tante, troppe criticità da risolvere”.
Il provvedimento, dal prossimo 30 dicembre, vieta l’immissione nel mercato comunitario, la commercializzazione e l’esportazione di prodotti che hanno causato deforestazione o degrado forestale dopo il 31 dicembre 2020. In pratica, le nuove norme impongono agli operatori di verificare l’origine sostenibile delle materie prime, pena l’esclusione dagli scambi sul territorio Ue. Oltre alla soia, il Regolamento riguarda anche altri prodotti di origine agricola, come il cacao, il caffè, la carne bovina e l’olio di palma importati dalle aziende dell’agroalimentare, da Paesi extra-Ue, che hanno normative molto diverse da quella comunitaria.
“Ci auguriamo che Bruxelles decida a breve per il rinvio – si augura Carrassi – Già così applicare il regolamento è quasi impossibile. Quello che temiamo è un pasticcio tecnico-burocratico, a danno delle aziende e dei consumatori. E la conseguenza più immediata è che commodity come la soia o il cacao si trasformeranno in veri e propri beni di lusso”.
Per l’associazione, che vede direttamente interessate molte imprese aderenti, “il Regolamento anti-deforestazione costruisce un sistema molto oneroso per chi lo deve applicare. Rendendo difficile, se non svantaggioso, il mercato europeo, con ricadute pesantissime sui costi di produzione e, in ultima istanza, sui consumatori. “È a rischio la nostra food security”, conclude il direttore Carrassi.