Richieste per combattere la Psa e sostenere le aziende
Roma, 23 set. (askanews) – Per combattere efficacemente la PSA “ci si aspetta che il governo italiano potenzi le misure di biosicurezza, con il controllo degli accessi negli allevamenti, la disinfezione dei mezzi di trasporto e il monitoraggio rigoroso del movimento degli animali”. Prioritario resta anche ridurre la popolazione di cinghiali, intensificando piani di abbattimento controllati. A proposito serve personale specializzato dedicato, come i cacciatori, con regole sulla caccia chiare e condivise. Bisognerebbe superare inoltre il concetto di “zone rosse” legate alla PSA, preservando le aziende “pulite”, cioè non infette. E’ quanto chiede Assosuini, che in una nota riassume la situazione italiana e l’emergenza Psa, ed enumera e “azioni risolutive” attese dal governo “per evitare che la suinicoltura italiana finisca nel baratro”.
Ad oggi il virus è arrivato nelle zone a più alta vocazione suinicola, come Piemonte, Liguria, Emilia Romagna e soprattutto Lombardia, trasportato dai cinghiali selvatici.
Assosuini sottolinea la necessità di “rafforzare la tracciabilità e i sistemi di sorveglianza veterinaria per rilevare tempestivamente nuovi focolai e delimitare le restrizioni solo alle aziende effettivamente a rischio o infette, senza estenderle a intere regioni”. In questo modo, invece di bloccare intere aree, le aziende ritenute “pulite” potrebbero continuare a operare, così da ridurre il danno economico.
L’utilizzo di test diagnostici rapidi per la PSA “potrebbe facilitare un controllo più efficiente, permettendo alle autorità di individuare e isolare tempestivamente solo gli allevamenti infetti”.
Ancora, “attraverso opportune campagne informative e di sensibilizzazione, il governo dovrebbe educare allevatori, cacciatori e tutta la cittadinanza sull’importanza della prevenzione e del controllo della malattia, e spingere gli amministratori comunali a prendere misure attive contro la PSA, favorendo l’eliminazione dei cinghiali”.
Infine, “essendo una malattia che non conosce confini, è fondamentale che l’Italia collabori con altri Paesi europei e con organizzazioni internazionali per condividere dati e strategie”. Le perdite economiche per gli allevatori sono enormi, “ecco perché il governo dovrebbe sostenerli economicamente, attraverso compensazioni finanziarie e incentivi, cercando risorse per salvare le aziende coinvolte e individuare soci per la raccolta di fondi di solidarietà per le aziende”.