Cittadini europei hanno bisogno della loro storia fondante
Roma, 23 set. (askanews) – Un appello ai cittadini e alle istituzioni europee perché non smarriscano mai le proprie radici fondanti, che trovano linfa nei principi di dialogo e pace. A rivolgerlo è stato il presidente della Conferenza episcopale italiana, il card. Matteo Zuppi aprendo i lavori del Consiglio permanente della Cei, da oggi riunito a Roma. Il porporato ha ricordato che proprio “in questi giorni si è parlato d’innovazione e d’investimenti per una economia europea moderna e sostenibile, con riferimenti anche al lavoro e alla demografia, lasciando intravvedere un nuovo ‘piano Marshall’, – ha detto – più ambizioso di quello del secondo Dopoguerra, rappresentando l’UE come destinata altrimenti a una lenta agonia”. Questo mentre nel frattempo, “si sono definiti squadra e programma della nuova Commissione europea che, fra l’altro, prevede alcune nuove deleghe alla difesa, al Mediterraneo e alla questione abitativa”. “L’auspicio – ha aggiunto Zuppi parlando al Parlamentino della Cei – è che l’Europa resti fedele alla sua vocazione al dialogo e alla pace”, aggiungendo che “la politica fa e deve fare, i suoi percorsi, ma nella nostra prospettiva di credenti, i cittadini europei hanno bisogno oggi più che mai di riappropriarsi di quella storia e di quella cultura che ha fatto grandi le terre europee”.
Una cultura che trae linfa vitale “dall’eredità della Bibbia e alla conseguente centralità della persona, al patrimonio religioso ebraico, all’umanesimo laico, ai tanti aspetti della cultura europea impregnati di senso religioso, che costituiscono l’anima delle nostre società”. Tra le questioni aperte e che interrogano il nostro continente, il presidente della Cei ha poi citato “l’invecchiamento della popolazione, le povertà, il fenomeno migratorio, il secolarismo e l’individualismo. Mentre si affrontano i problemi contingenti, mi piacerebbe che si aprisse una discussione più ampia: una ‘Camaldoli per l’Europa per parlare di democrazia ed Europa. – ha poi aggiunto – Potrebbe essere anche l’occasione per riflettere sul contributo che oggi può provenire dai cattolici in primis, come anche dai cristiani di tutte le Confessioni, dai credenti delle diverse Comunità religiose oggi presenti in Europa, dagli umanisti che hanno a cuore la cultura del nostro Continente, per uno sviluppo di una coscienza comune, che allarghi i confini dei cuori e delle menti e non ceda al nichilismo della persona e a sovranismi egoistici. Un’Europa nel segno – ha concluso Zuppi – della ‘Fratelli tutti’, coesa e solidale al suo interno e aperta al mondo”.