Colombiano, aveva 91 anni, è morto nel principato di Monaco

Roma, 15 set. (askanews) – Nel 1956, quando l’artista aveva ventiquattro anni, Botero applicò la dilatazione della forma a un oggetto: un mandolino. Stava dipingendo uno studio per una natura morta (poi divenuta nota come Natura morta con mandolino) e aveva però raffigurato il foro di risonanza dello strumento in proporzioni decisamente più piccole rispetto al normale, con la conseguenza che il mandolino risultava molto più tozzo e allargato rispetto a un mandolino raffigurato con il foro nelle proporzioni corrette. L’artista fu allo stesso tempo colpito e visceralmente attratto da questa forma dilatata oltre il naturale, perché gli evocava una profonda sensualità. Dopo aver dunque “dilatato” il mandolino, Botero trovò il suo stile, e iniziò a dilatare le forme di altri oggetti, di animali, di esseri umani. Nasce così quell’aspetto “grasso” che costituisce un po’ il marchio di fabbrica di Botero riconosciuto come “l’artista colombiano più grande di tutti i tempi”.

Botero è morto all’età di 91 anni nella sua casa nel principato di Monaco. Sua figlia Lina Botero, parlando a Caracol Radio, ha spiegato: “Era in pessime condizioni di salute da cinque giorni perché aveva contratto una polmonite. È morto all’età di 91 anni, ha avuto una vita straordinaria e se n’è andato al momento giusto. E’ stata una persona che ha dedicato la vita al suo Paese, che è stato oggetto della sua opera artistica”.

Sulle persone grasse recentemente aveva detto: “non dipingo donne grasse. Nessuno ci crederà, ma è vero. Ciò che io dipingo sono volumi. Quando dipingo una natura morta dipingo sempre un volume, se dipingo un animale lo faccio in modo volumetrico, e lo stesso vale per un paesaggio. Sono interessato al volume, alla sensualità della forma”. Il lavoro di Botero nei primi anni si ispira all’arte coloniale precolombiana e spagnola. Negli anni 50 ha iniziato a sviluppare il suo marchio di fabbrica – uomini e animali gonfi – dopo essersi trasferito a New York City nel 1960. Dopo aver raggiunto un pubblico internazionale con la sua arte, nel 1973, Botero si è trasferito a Parigi, dove ha iniziato a creare sculture. Queste opere estendono i temi fondanti della sua pittura, mentre si concentra nuovamente sui suoi soggetti gonfiati.

Il presidente colombiano Gustavo Petro si è detto rattristato per la morte di Botero, che ha ricordato come il pittore “della nostra violenza e della nostra pace”. La sua vastissima produzione è composta da quadri, disegni e sculture di grandissimo valore artistico ed economico. Nel 2022 la scultura “Man on Horse” è stata venduta all’asta di Christie’s a New York per 4,3 milioni di dollari, un prezzo record per un’opera dell’artista. Uno dei momenti più difficili fu rappresentato dalla morte del figlio Pedrito: era il 1974 e il bambino che aveva solo 4 anni rimase vittima di un incidente stradale. La moglie, la pittrice greca Sophia Vari, era morta cinque mesi fa.

Negli anni ’90 Botero aveva iniziato a frequentare l’Italia con continuità, dove ha studiato molto per conoscere a fondo la storia e la cultura del Rinascimento. Nel 1983 ha aperto uno studio a Pietrasanta (Lucca), cittadina nella quale amava trascorrere diversi mesi all’anno.

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