Velasco: “Resto? Penso di sì ma va sempre fatta riflessione”

Roma, 12 ago. (askanews) – Delirio all’aeroporto milanese di Linate per il ritorno della Nazionale italiana di pallavolo femminile oro alle Olimpiade di Parigi. Medaglia d’oro olimpica al collo è stata festa grande. Una folla di persone al grido di “Italia, Italia” ha accolto le azzurre e il loro allenatore Julio Velasco in un tripudio di cori, abbracci e fiori a testimoniare l’affetto e la riconoscenza nei confronti di un gruppo di atlete formidabili. “Vedere queste persone fa realizzare ciò che abbiamo fatto”, dice Sarah Fahr. “È tutto assurdo, siamo noi assurde”, conferma Kate Antropova. Sylla: “Voglio continuare a sognare, voglio godermela. Scambio di medaglie con Danesi? Era un sogno che avevamo fin da bambine. Siamo fuoco puro”. Il ct Julio Velasco tra i più acclamati: “Non ci si abitua mai. Questo credo che sia l’inizio di un salto di qualità del movimento della pallavolo femminile che è importantissimo per quantità e qualità”.”Loro sono per le ragazze quello che il calcio è per i ragazzi. Mancava un grande titolo per fare un salto di popolarità in tv e nei giornali. Mi auguro che questo si trasformi anche in un appoggio per le società piccole dove giocano le bambine, che abbiano maggiori risorse perché alla fine la Nazionale esiste solo per loro”, dice il Ct argentino.

Sulla forza del gruppo capace di dominare le Olimpiadi perdendo un solo set in sei partite: “Credo che l’aiuto nel volley è parte del gioco. Se non ci si aiuta non si gioca bene, oltre a quello, si tratta di un gruppo fantastico dal punto di vista mentale, tecnico e tattico. Le ragazze stanno bene insieme, fanno tutto insieme e quando i rapporti sono buoni è tutto divertente, non stressante”. Poi sulla sua prima esperienza con la nazionale femminile nel 1997: “Io avevo già puntato sul volley femminile nel 1997 quando non ci credeva nessuno che si potesse arrivare in cima al mondo, ci sono arrivate poi senza di me con Bonitta che nel 2002 ha vinto un mondiale. È stato un inizio, forse mancava un oro olimpico e spero che sia un bel motore…”

nfine sul suo futuro: “Se resto dopo la vittoria di Parigi? Penso di sì, ho solo detto che la riflessione va fatta perché non sono un ragazzino. Questa settimana non ci sarò per nessuno, non risponderò a nessuno, ma una riflessione va fatta sempre quando si finisce un percorso, magari anche le ragazze più grandi lo faranno…oggi non riuscirei a fare il lavoro del 1989 senza collaboratori, sarebbe troppo dura”.

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