Caso Khelif: “Test genetici contro i diritti umani”

Roma, 10 ago. (askanews) – I disastri della boxe in termini di arbitraggi e organizzazione non sono passati inosservati. Il Cio non riconosce più l’Iba che organizza il pugilato mondiale ed ora si è in cerca di una risposta per le Olimpiadi di Los Angeles 2028. “Penso che la risposta arriverà nel prossimo anno – ha detto Thomas Bach -, Il Cio non organizzerà la boxe senza un partner affidabile. Se vogliono che i loro atleti possano ancora competere per le medaglie olimpiche, devono organizzarsi con una nuova federazione”. E a proposito del caso dell’algerina Khelif ha aggiunto: “Per quanto riguarda i cromosomi e i test di questo tipo, ci è stato detto che potrebbero essere contro i diritti umani perché possono essere invasivi. Abbiamo detto fin dall’inizio che se qualcuno ci presenta un sistema scientificamente solido per identificare uomini e donne, noi siamo i primi a farlo. Non ci piace questa incertezza. Non ci piace la situazione generale, quindi saremmo più che lieti di approfondire la questione. Ma non è possibile che qualcuno dica che questa non è una donna solo guardando qualcuno o cadendo preda di una campagna di diffamazione da parte di un’organizzazione non credibile”.

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