Prosegue confronto con istituzioni per renderla disponibile in futuro
Milano, 18 lug. (askanews) – “Meta ha deciso di non lanciare nell’Unione Europea i modelli di Intelligenza artificiale multimodale che invece verranno rilasciati nel resto del mondo nei prossimi mesi per via di un contesto normativo e regolamentare ancora poco chiaro soprattutto per quel che riguarda l’utilizzo dei dati europei disponibili pubblicamente per il training di questi modelli”. Ad annunciarlo il responsabile relazioni istituzionali di Meta per Italia, Grecia, Malta e Cipro, Angelo Mazzetti, in occasione del terzo policy breakfast organizzato da Meta, società che controlla tra gli altri Facebook, Instagram e Whatsapp, in collaborazione con Ispi sul tema del futuro dell’Intelligenza artificiale alla luce dell’AI Act e il nuovo contesto europeo.
“L’Intelligenza artificiale multimodale è una forma avanzata di intelligenza artificiale che dà la possibilità di operare su più livelli e quindi di ricevere non solamente input testuali, come è possibile oggi, ma anche input come immagini, video o audio – ha spiegato Mazzetti – per capirci è quella tipologia di tecnologia che è inserita all’interno dei Ray-Ban Meta, gli smart glasses che abbiamo sviluppato insieme a Luxottica, perché ti danno la possibilità di fotografare un monumento che stai guardando e ottenere maggiori informazioni oppure di fotografare un menù che stai consultando e poterlo tradurre in diverse lingue. È chiaro che si è trattato di una scelta difficile perché vuol dire privare aziende e cittadini europei di tecnologie all’avanguardia, dell’ultima frontiera tecnologica ed è proprio per questo motivo che intendiamo portare avanti il lavoro e il confronto degli ultimi mesi con le istituzioni europee. L’obiettivo è chiaramente quello di rendere disponibili queste tecnologie non solo nel resto del mondo ma anche qui in Europa”.
Mazzetti assicura che “continuerà questa interlocuzione costruttiva con le istituzioni europee” perchè “l’obiettivo non è quello di privare i cittadini europei di queste tecnologie ma quello di lavorare insieme per avere un quadro regolamentare chiaro, prevedibile all’interno del quale non solo noi ma tutte le aziende, anche quelle europee, si possono muovere e continuare ad innovare”.