Bruciato un campo di grano su 5, ma qualità è buona-ottima
Roma, 27 giu. (askanews) – La siccità ha bruciato in Italia un campo di grano su 5, con un crollo atteso della produzione nazionale di grano almeno del 20% per effetto della mancanza di pioggia e del caldo torrido che hanno colpito le campagne del Sud Italia, a partire dalla Puglia e della Sicilia, dove si produce quasi la metà del totale nazionale di frumento duro. E anche al Nord le prime trebbiature sul grano danno una fotografia allarmante in termini quantitativi con cali dell’ordine del 20% ma ottimi segnali dal punto di vista qualitativo.
E’ quanto emerge dall’analisi Coldiretti su dati Cai – Consorzi Agrari d’Italia diffusa in occasione del via alla mietitura.
I primi risultati che arrivano dall’avvio delle operazioni di raccolta stanno confermando le previsioni negative delle scorse settimane, con punte di calo del 40%/50% per il grano duro al Sud Italia dove si sentono i drammatici effetti della siccità, a partire dai due “granai d’Italia”.
In Puglia si registrano rese per ettaro praticamente dimezzate, mentre in Sicilia molte aziende hanno addirittura rinunciato a raccogliere, mentre in alcune zone la produzione è stata letteralmente azzerata, facendo prevedere un crollo della produzione nazionale intorno ai 3 miliardi di chili, la più bassa degli ultimi 15 anni.
L’unica notizia positiva arriva dalla qualità, mediamente buona-ottima. Un trend che aggrava il calo delle semine già registrato a inizio campagna sulla spinta del crollo dei prezzi pagati agli agricoltori causato dall’invasione di prodotto straniero, con le superfici del grano duro scese sotto gli 1,2 milioni ettari (mai così basse negli ultimi 6 anni) e punte del 17% nel centro Italia e di oltre l’11% nel sud e nelle isole rispetto all’anno precedente, secondo l’analisi di Coldiretti.