Emersi da “tempesta perfetta inflazione”, ora rischi da geopolitica

Roma, 26 giu. (askanews) – Sull’inflazione l’area euro “è emersa dalla tempesta perfetta: un violento periodo innescato da una serie di shock pesanti e imprevedibili”. Ora l’inflazione è su una dinamica discendente, e molti dei problemi su cui la Bce ha dibattuto negli ultimi mesi “potrebbero diventare meno importanti guardando avanti”. L’attuale quadro macroeconomico “è coerente con una normalizzazione della linea monetaria. La Bce ha opportunamente iniziato questo processo poche settimane fa e, nello scenario di base, proseguirà gradualmente e fluidamente”. Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, secondo il testo del suo intervento alla terza conferenza internazionale sulla politica monetaria, organizzata oggi a Helsinki dalla Banca centrale della Finlandia.

Panetta ha affrontato punto per punto i temi chiave su cui in queste settimane si concentra il dibattito sulle future mosse dell’istituzione Ue. “Nel calibrare la normalizzazione dovremo essere legati ai dati, tenendo conto delle informazioni sulle prospettive macroeconomiche senza assegnare eccessiva importanza a deviazioni (temporanee) dei dati”.

Inoltre secondo il numero uno di Bankitalia “dobbiamo anche essere cauti nelle nostre comunicazioni”, evitando che contengano in maniera implicita o esplicita delle indicazioni sugli orientamenti futuri (forward guidance) che diano previsioni su tempi e sequenze dei futuri tagli dei tassi di interesse. “Comunicazioni erratiche distrarrebbero l’attenzione dagli elementi chiave delle nostre decisioni monetarie – ha avvertito – in particolare la nostra funzione di reazione”.

Un altro elemento cruciale sottolineato dal governatore è la necessità di essere pronti a gestire rischi imprevisti con eventuali ricadute rispetto allo scenario di base, valutando anche “scenari alternativi” e guardando in particolare ai possibili rischi geopolitici e politici, “che restano elevati” e operando con “consapevolezza e flessibilità”.

Panetta ha spiegato che con il taglio dei tassi deciso a inizio mese il ciclo della linea monetaria europea “è a un punto di svolta”. E questi punti di svolta “inevitabilmente attirano l’attenzione e il dibattito è ora focalizzato sui prossimi passi” sotto l’attenta osservazione da parte degli esperti.

Alcuni hanno messo in rilievo il problema della dinamica superiore alla media dell’inflazione nel settore dei servizi e dell’andamento ancora sostenuto dei mercati del lavoro, quali possibili ostacoli “nell’ultimo miglio” di stabilizzazione dell’inflazione. “Certamente dobbiamo restare vigili agli sviluppi in queste aree, ma se si guarda attentamente ai dati suggeriscono che quest’ultimo miglio potrebbe richiedere non altro che un monitoraggio attento e paziente del processo disinflazionistico in corso”, ha detto.

Perché secondo Panetta è quello che conta è la convergenza dell’inflazione totale verso l’obiettivo del 2% della Bce, non le dinamiche delle sue singole componenti. “Il livello relativamente elevato dei prezzi dei servizi sarà monitorato ma abbiamo motivi di ritenere che la persistenza in questo segmento non sia anormale”.

E al tempo stesso, se negli ultimi mesi la fiducia del Consiglio direttivo sul calo dell’inflazione è migliorata, le prospettive per l’attività economica restano invece “fragili”. L’eurozona è stata impantanata nella stagnazione fin dalla fine del 2022. La ripresa della crescita del Pil di questo inizio anno “potrebbe essere meno rassicurante di come appare, dati i risultati deludenti su consumi e investimenti delle imprese”. E più in generale il Pil è atteso crescere dell’1,5% sui prossimi due anni: “circa mezzo punto percentuale in meno dell’ultima fase espansiva”, ha sottolineato.

Potrebbero esserci dati momentaneamente fuori scala, che tuttavia non dovrebbero compromettere la dinamica discendente del carovita. Semmai bisogna valutare due ulteriori elementi, ha proseguito Panetta. Primo, la trasmissione della restrizione monetaria adottata nei mesi scorsi, che si sta ancora scaricando a terra e che “potrebbe risultare più forte nel 2024 che nel 2023”. Secondo, l’effetto dei tagli dei tassi rischia di essere mitigato dalla parallela riduzione della mole del bilancio di Eurosistema e Bce.

Infine Panetta ha affrontato il tema dei rischi geopolitici, rilevando come sia chiaro che le tensioni diplomatiche e soprattutto gli scontri militari abbiano pesanti ricadute su commercio, flussi di capitali, crescita e prezzi. “Possiamo sperare ma certamente non dare per scontato che il quadro globale sarà più stabile in futuro di come lo sia stato negli ultimi due anni “. E poi ha fatto una chiaro riferimento alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti e alle imminenti politiche in Francia, che tuttavia non ha citato esplicitamente. Panetta ha parlato di “accresciuta incertezza politica dentro i paesi. Alcune delle maggiori economie globali hanno eletto o eleggeranno i loro leader nel 2024 e questo può tradursi in maggiore incertezza, con famiglie e imprese che vorranno capire come i nuovi governi gestiranno i problemi economici e le decisioni politiche”.

Per parte loro “le banche centrali devono essere preparate a gestire le conseguenze di questi shock se e quando dovessero materializzarsi – ha avvertito -. Questo implica prontezza a usare tutto l’armamentario di strumenti a loro disposizione per aggiustare la linea monetaria, o per intervenire su minacce alla stabilità dei prezzi e proteggere la trasmissione del meccanismo monetario”.

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