“Chiederlo in questo momento è come spargere sale su una ferita”
Lussemburgo, 21 giu. (askanews) – Il ministro dell’Economia e Finanza, Giancarlo Giorgetti, incontrando la stampa al termine della riunione del Consiglio Ecofin oggi a Lussemburgo, ha spiegato che cosa è successo ieri durante la riunione del Consiglio dei governatori del Mes, quando gli è stato chiesto se e quando l’Italia approverà la ratifica della modifica del trattato sul “Fondo salva-Stati” (come in Italia viene chiamato il Meccanismo europeo di Stabilità).
“Innanzitutto quello che ho detto ieri è che il Parlamento italiano non è in condizioni di approvare, e non approva” la ratifica. “Poi, quello che c’è di nuovo è che ieri, per la prima volta, Pierre Gramegna (il direttore esecutivo del Mes,ndr) ha fatto delle riflessioni, recependo evidentemente anche delle critiche che abbiamo sempre fatto noi, per cercare di cambiare” il Meccanismo “e portarlo verso un altro tipo, come un fondo sovrano europeo. Ad esempio in tema di difesa, evitando che i singoli Stati nazionali debbano indebitarsi spendendo a livello nazionale; ma su questo ci sono state molte resistenze e soprattutto dai paesi nordici”.
Quindi, gli è stato chiesto, non ci sono molte speranze di ratificare il Mes, a breve? “A breve – ha risposto Giorgetti – è impossibile”. Che poi si possa fare invece a lungo termine, “dipende se cambia, se migliora: se cambia natura come abbiamo sempre chiesto noi. Ma su questo la discussione è appena iniziata”. Ma gli altri paesi, gli è stato obiettato, insistono nel fare pressioni sull’Italia, ultimo paese che non ha ratificato il Trattato, prima di apportarvi qualsiasi cambiamento, che comporterebbe nuove ratifiche da parte di tutti gli Stati membri. “Appunto, non se ne esce. È evidente che se chiedono prima la ratifica, questo diventa impraticabile. E’ una discussione su cui siamo fermi ormai da qualche tempo”, ha replicato Giorgetti. Quanto all’altra ipotesi, quella di un impegno degli Stati membri a intervenire dopo la ratifica, per cambiare il Trattato nel senso voluto dall’Italia, il ministro ha osservato: “Onestamente, dalla discussione di ieri mi sembra che siamo molto lontani anche dalla fase dell’impegno; nel senso che c’è un fronte molto consistente, il solito fronte che già abbiamo conosciuto” nel negoziato “sulle regole europee, che è assolutamente contrario a cambiarne la natura; quindi la situazione è destinata nel breve termine a non cambiare sicuramente”.
Giorgetti ha risposto infine a una domanda sulle affermazioni di ieri di Gramegna, che aveva negato di aver udito le vibranti proteste del ministro, riferite alla stampa dal Mef per come è stata trattata l’Italia nell’ambito dei negoziati sulle nomine per le massime cariche Ue.
“Io – ha spiegato – ho detto semplicemente che introdurre il tema della ratifica del Mes in questo momento mi sembrava un po, diciamo così, vagamente, come buttare del sale sulla ferita, quindi improprio”.