Fai, Flai e Uila: basta all’illegalità e ai morti sul lavoro

Roma, 20 giu. (askanews) – “Chiediamo con urgenza la convocazione del tavolo interministeriale avviato nei mesi scorsi dai Ministri dell’agricoltura e del lavoro Francesco Lollobrigida e Marina Calderone per affrontare con misure dirette ed efficaci una situazione che da anni viene denunciata dai Sindacati agricoli e che ormai non è più procrastinabile”. Così in una nota congiunta i segretari generali di Fai, Flai e Uila Onofrio Rota, Giovanni Mininni ed Enrica Mammucari in merito al grave fatto accaduto a Latina in cui ha perso la vita il bracciante indiano Satnam Singh.

“Ci uniamo al grido di dolore e alla rabbia di tutta la comunità indiana di Latina per dire basta all’illegalità che produce sfruttamento, violazioni dei diritti umani e morte – spiegano – In un paese civile, non può esserci spazio per sedicenti imprenditori agricoli che lucrano sulla vita umana. Per questo, mentre chiediamo un processo immediato ed una condanna esemplare per i responsabili, facciamo appello a tutte le associazioni datoriali a schierarsi dalla nostra parte per condurre congiuntamente una battaglia di civiltà, perché tragedie come quella di Latina non si ripetano mai più”.

I sindacati invitano quindi le associazioni agricole “ad essere nostre alleate nel promuovere, insieme alla qualità del Made in Italy, la dignità umana di chi quelle produzioni realizza, anche a difesa delle tante aziende oneste che rispettano leggi, contratti e le norme sulla salute e sicurezza dei lavoratori”, proseguono i segretari generali.

“Purtroppo, questi eventi dimostrano che la legge 199/2016 contro lo sfruttamento e il caporalato e la condizionalità sociale della Pac, pur fondamentali, da sole non sono sufficienti – aggiungono ancora – a sconfiggere il fenomeno dell’intermediazione illecita di manodopera e lo sfruttamento di persone, spesso immigrate, che si trovano in una condizione di bisogno. A chi lavora irregolarmente devono essere garantiti strumenti adeguati di tutela per denunciare i propri aguzzini e per integrarsi in modo trasparente nel nostro paese attraverso il riconoscimento di un percorso di protezione umanitaria”, proseguono Rota, Mininni e Mammucari.

Secondo i sindacati quindi “servono più forze ispettive, l’istituzione di un fondo di garanzia per le vittime di sfruttamento e percorsi umanitari per favorire l’emersione regolare. Sono ancora molti gli immigrati che, entrati regolarmente in Italia, allo scadere del permesso di soggiorno, continuano a lavorare da irregolari in agricoltura perché i datori di lavoro non trasformano il contratto a tempo indeterminato, situazione che dovrebbe far ripensare al sistema di rilascio dei permessi di soggiorno, anche a fronte di settori produttivi che necessitano di manodopera”, concludono.

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