Approvato l’articolo 5, cuore della riforma
Roma, 12 giu. (askanews) – Via libera dell’aula del Senato all’articolo 5 del ddl sul premierato, quello che introduce il principio cardine della riforma, ossia l’elezione diretta del presidente del Consiglio.
In segno di protesta, i partiti di opposizione hanno deciso di non partecipare alla votazione e sono usciti fuori dall’aula mostrando dei cartelli.
L’articolo 5 del ddl sul premierato approvato sostituisce l’articolo 92 della Costituzione. Si stabilisce che il presidente del Consiglio possa essere eletto per non più di due legislature consecutive, elevate a tre qualora nelle precedenti abbia ricoperto l’incarico per un periodo inferiore a sette anni e sei mesi.
In base alla riscrittura della Costituzione, si prevede che le elezioni delle Camere e del presidente del Consiglio abbiano luogo contestualmente, ma – e questo è uno dei punti più contestati dalle opposizioni durante il dibattito – si rinvia alla legge elettorale la disciplina del sistema per l’elezione delle Camere e del presidente del Consiglio.
Inoltre, si prevede l’assegnazione di un premio su base nazionale che garantisca, in ciascuna delle Camere, una maggioranza dei seggi alle liste e ai candidati collegati al presidente del Consiglio eletto, fermo restando il rispetto del principio di rappresentatività e di tutela delle minoranze linguistiche.
In base all’ultimo comma del nuovo articolo 92, il presidente della Repubblica conferisce l’incarico di formare il governo al presidente del Consiglio eletto e, su proposta di quest’ultimo, nomina e revoca i ministri. La revoca – come ha spiegato il relatore Balboni – è stata aggiunta con un emendamento approvato in Commissione, per specificare che al presidente della Repubblica compete anche questo potere.