Opposizioni all’attacco: “Inutili e costosi, solo spot elettorale”
Roma, 3 giu. (askanews) – Una visita ‘lampo’ in Albania, per vedere come procede la realizzazione dei due centri che dovrebbero accogliere alcuni dei migranti soccorsi in mare. Giorgia Meloni sarà mercoledì nel Paese delle Aquile per un ‘sopralluogo’ – insieme al premier albanese Edi Rama – a Shengjin, città portuale a circa 70 chilometri a nord della capitale Tirana, e a Gjader, nell’entroterra. Qui sono aperti i cantieri che però procedono più a rilento del previsto: l’obiettivo era l’apertura a maggio, più probabilmente non saranno pronti prima del prossimo autunno.
La realizzazione delle due strutture era stata concordata in un protocollo di intesa siglato da Meloni e Rama lo scorso 6 novembre. Secondo l’accordo, in vigore per 5 anni e rinnovabile per altri 5, i terreni sono concessi a titolo gratuito ma l’Italia prevede da subito 16,5 milioni di euro a titolo di rimborso spese. La costruzione e gestione delle strutture è a carico di Roma. Nei due centri saranno accolti i migranti – solo uomini adulti, quindi esclusi minori, donne e soggetti fragili – soccorsi da mezzi ufficiali dello Stato italiano (non delle Ong). Secondo i piani la capienza a regime sarà di 3 mila persone contemporaneamente. A Shengjin si dovrebbero svolgere le procedure iniziali di sbarco, identificazione e prima accoglienza per i richiedenti asilo mentre a Gjader dovrebbe andare chi è destinato ad essere rimpatriato.
Al momento della firma, Meloni aveva parlato di un “accordo di respiro europeo” che “dimostra che si può collaborare sulla gestione dei flussi a 360 gradi. E’ una soluzione innovativa che dimostra che dalla cooperazione e dall’amicizia possono nascere idee nuove e confido che possa diventare un modello ed un esempio da seguire”.
Fin dall’inizio, però, l’opposizione non ha risparmiato critiche al progetto, definendolo “propaganda”. Polemiche rinvigorite dal ritardo nei lavori e dai costi. Sulla lentezza dei cantieri, parlando al ‘Fatto quotidiano’, Rama ha negato responsabilità albanesi: “La nostra parte – ha spiegato – non è coinvolta con i piani di lavoro. L’accordo è di cinque anni e tutto il resto è nelle mani della parte italiana”. Per quanto riguarda i costi, secondo Angelo Bonelli (Avs) si arriverà a spendere “quasi un miliardo di euro” mentre il segretario di +Europa Riccardo Magi cita “un contratto di tre mesi, una spesa fino a 13,5 milioni di euro, con al centro il noleggio di una nave che dovrebbe prelevare i migranti al largo della costa di Lampedusa per trasportarli in Albania”. La visita di mercoledì è solo “uno spot elettorale” secondo Carlo Calenda mentre Pierfrancesco Majorino, responsabile Politiche migratorie della segreteria Pd, accusa: “E’ un gigantesco business utile a finanziare un intervento totalmente inutile proprio sul piano delle politiche migratorie. Sta affiorando sempre di più una realtà fatta di calcoli poi irrimediabilmente smentiti circa l’efficacia del progetto, roboanti annunci e cantieri fantasma accompagnati da svariati milioni che finiranno per finanziare una delle peggiori pagine mai viste riguardanti la gestione del fenomeno migratorio”.