“Riconosciamo il valore degli Istituti della Resistenza”
Milano, 3 giu. (askanews) – “Il presidente Cirio non faccia il mescolatore di carte e si vesta dell’abito di antifascismo quando guida una coalizione che raccoglie esponenti che ancora si fanno fotografare in luoghi dove vengono esposti calendari con la fotografia di Mussolini”. Così in una nota la candidata presidente del centrosinistra alla presidenza della Regione Piemonte, Gianna Pentenero, riferendosi al presidente uscente e ricandidato per il centrodestra, Alberto Cirio, che ieri, in base a quanto scritto dal quotidiano La Stampa, si è detto “più antifascista” delle segretaria del Pd, Elly Schlein, pur non volendo per questo dare “lezioni sulla Resistenza a nessuno”.
“Al fine di potenziare questo importante giacimento morale, civile e culturale, custodito dagli Istituti di storia della Resistenza e dai luoghi di Memoria, così come dalle Associazioni partigiane e degli ex Deportati, mi impegno a lavorare affinché la Regione Piemonte possa potenziare il suo impegno in questa direzione, assegnando ad essa un ruolo centrale nelle politiche culturali e didattiche. Affinché il Piemonte possa avere un suo specifico e visibile spazio nel costituendo Museo nazionale della Resistenza di Milano. Affinché il Piemonte si faccia primo promotore di una legge nazionale di riconoscimento giuridico del valore della rete degli Istituti storici della Resistenza e dei luoghi di memoria ad essa collegati” ha continuato Pentenero.
“Il Piemonte è stato la terra della Resistenza, dalle Alpi all’Appennino. Nelle pianure, nelle colline, nelle città, migliaia di giovanissimi ribelli, verso il regime fascista e il nazismo cui Mussolini aveva svenduto tutta l’Italia del Nord, si sono raccolti nelle formazioni partigiane, di ogni colore politico o senza colore politico, tenuti insieme da una sola volontà: abbattere il fascismo, liberare paesi, vallate, città. Liberare l’Italia, non solo dai tedeschi occupanti ma dal regime fascista. Per questo non si può onorare la Resistenza e i ragazzi caduti per la liberazione d’Italia senza ricordare il loro profondo antifascismo” ha concluso Pentenero.