Ad aprile era a 50,4
Roma, 31 mag. (askanews) – L’attività manifatturiera in Cina si è contratta nel mese maggio, interrompende le tendenze positive viste nei due mesi precedenti stessero guadagnando slancio. L’indice di riferimento del purchasing managers’ index (PMI) manifatturiero del paese ha registrato 49,5, secondo quanto annunciato oggi dall’Ufficio Nazionale di Statistica. La lettura è scesa dal 50,4 di aprile.
Il PMI manifatturiero è stato sopra la soglia dei 50 punti, che separa la crescita dalla contrazione, solo per tre mesi nell’ultimo anno, inclusi marzo e aprile, riflettendo un persistente pessimismo del mondo imprenditoriale, in una fase di grave difficoltà del settore immobiliare e di domanda interna piuttosto rarefatta.
Tra i cinque sottoindici, l’indice dei nuovi ordini è sceso di 1,5 punti percentuali sotto il 50. L’indice dell’attività non manifatturiera è sceso di altri 0,1 punti a 51,1, dopo un calo di 1,8 ad aprile, trascinato verso il basso dai settori immobiliare e finanziario, mentre la lettura per l’industria delle costruzioni è diminuita di 1,9 rispetto al mese precedente a 54,4.
I dati ufficiali per i primi quattro mesi hanno mostrato che la debole domanda interna e i problemi immobiliari continuano a rappresentare sfide per l’obiettivo di crescita di Pechino di “circa il 5%” quest’anno. Poiché il settore immobiliare rappresenta circa un quarto della seconda economia mondiale e il calo dei prezzi delle case danneggia la fiducia dei consumatori, il governo è stato sotto pressione per uscire dalla prolungata crisi immobiliare.
All’inizio di maggio, la banca centrale ha annunciato che istituirà un nuovo programma di prestiti per incoraggiare i governi locali a “digerire” l’eccesso di offerta abitativa e ha svelato una serie di misure politiche per gli acquirenti di case, tra cui l’abolizione di un tasso di interesse minimo sui mutui e l’allentamento dei requisiti di acconto.
Il Fondo Monetario Internazionale mercoledì ha aumentato le previsioni di crescita del PIL della Cina al 5% per il 2024 e al 4,5% per il 2025, entrambi di 0,4 punti percentuali più alti delle sue proiezioni di aprile, ma ha detto che sono necessarie politiche aggiuntive per sostenere il settore immobiliare in difficoltà.