Trent’anni fa l’acquisizione dall’Iri. Luca Barilla: per noi è strategico
Milano, 4 mag. (askanews) – Negli oltre 180mila metri quadrati dello stabilimento alle porte di Novara, biscotti come i Pavesini, con quasi 90 anni di storia alle spalle, prendono forma insieme ai più “giovani” Abbracci o alle linee dedicate al benessere sfornate da Mulino Bianco. Una storia iniziata 70 anni fa per mano di Mario Pavesi, che da 30 anni Barilla porta avanti continuando a scommettere sull’innovazione. Perchè parlando con chi lavora in questo stabilimento questo sembra essere il suo tratto distintivo, fin dal 1953. “Barilla è riuscita a conquistare trent’anni fa questa bellissima realtà di Novara, lo stabilimento di Pavesi che ha scritto una delle più belle storie alimentari del nostro Paese – ha ripercorso Luca Barilla, vice presidente del gruppo – Oggi siamo qui per festeggiare questa vita che prosegue nel mondo Barilla ma conservando sempre il ricordo di Mario Pavesi e dei prodotti straordinari che ci ha lasciato e che noi curiamo come dei bambini piccoli”.
Passato sotto la proprietà di Barilla (che lo aveva acquistato dall’Iri) nel 1994, lo stabilimento novarese sforna 55mila tonnellate di prodotti l’anno, oltre 100 specialità attraverso nove linee di produzione. Qui sono nati biscotti come i Ringo, che devono il nome al batterista del Beatles, o i Togo, i cracker accanto ai già citati Pavesini: una linea di produzione che ne sforna 13.100 al minuto, solo un minuto di cottura per due grammi di biscotto che deve la sua origine alla tradizione novarese. Con questi “pezzi” del passato, però, convivono anche le più recenti novità del gruppo di Parma, divise tra l’indulgence, che cresce, e l’healthy chiesto dal mercato. La sua architettura industriale anni 50, infatti, cela “innesti di modernità” sia sul fronte tecnologico che di prodotto.
“Novara è uno stabilimento ricco di tecnologie di formatura dei biscotti: la linea dei Pavesini, la linea dei biscotti ripieni, i laminati come i crackers, i coestrusi come gli Abbracci e gli Intrecci e i tagli a filo come gli Scacchieri. Questa ricchezza ci permette di essere uno stabilimento innovativo. In questo stabilimento ogni anno si lanciano 2-3 prodotti nuovi, fino ad arrivare a sette come è successo l’anno scorso – ha raccontato la direttrice del plant Federica Massari – Barilla ha investito tantissimo in questo stabilimento, una media di 10 milioni all’anno. Sono investimenti che portano nuovi prodotti occupazione e volumi in crescita per questa realtà”.
Anche quest’anno sono in cantiere almeno due lanci di prodotto che celano un’innovazione anche sul piano delle tecnologie produttive. Qui due anni fa, in vista del lancio di due nuovi biscotti, è stata aumentata la capacità produttiva con un investimento di 10 milioni dotando gli impianti di una capacità massima di 105mila tonnellate di prodotti.
Ma la centralità di questo plant attiene anche all’occupazione. “Lo stabilimento ha 335 dipendenti Barilla e una cinquantina di dipendenti a tempo determinato – ha proseguito Massari – La presenza femminile è del 50% nel team di vertice e in stabilimento del 30%. Tra i capi turno abbiamo anche delle donne e anche su ruoli come i fornai, che sono tipici storicamente di figure maschili, abbiamo delle fornaie donne. Un grande contributo che dobbiamo mandare avanti perché la presenza femminile in uno stabilimento produttivo non è sempre facile da perseguire”.
A dimostrazione del supporto al territorio, Barilla ha colto l’occasione dei festeggiamenti per i 30anni su Novara per donare un’ambulanza di soccorso per il trasporto sanitario alla Croce Rossa italiana che l’8 maggio festeggia la sua Giornata. Un gesto che suggella una volta di più l’importanza di questo stabilimento per il gruppo alimentare di Parma. “Questo stabilimento per noi è strategico e importantissimo – ha concluso Luca Barilla – ci lavorano delle bellissime persone che, nel corso degli anni, si sono innamorati della Barilla e i risultati si vedono perché i prodotti che loro fanno sono veramente di altissima qualità”.