Ad aprile prosegue calo bev e phev. Crisci: servono incentivi
Milano, 2 mag. (askanews) – Un quadro macroeconomico rafforzato e un primo quadrimestre migliore delle attese per le immatricolazioni di auto (+6,1% a 586.665 unità), portano Unrae a rivedere al rialzo di 30mila unità la stima per il mercato italiano nel 2024, con un volume totale previsto a fine anno di 1,63 milioni di auto, in crescita di circa 63.500 unità sul 2023 (+4,1%). Il confronto con il periodo pre-pandemia registra però ancora una distanza del 15% sul 2019.
“Sul fronte delle auto “con la spina” – afferma il presidente di Unrae, Michele Crisci – si procede invece in retromarcia. La prolungata attesa degli incentivi, che non saranno Legge prima di metà maggio, riduce gli effetti sul mercato agli ultimi 4 mesi e protrae anche in aprile la paralisi di mercato per Bev e Phev: nel mese le prime si fermano al 2,3% di quota e le seconde al 3,3%”.
Per lo sviluppo della mobilità a zero e bassissime emissioni, dunque, l’Unrae insiste sull’estrema urgenza di pubblicare in Gazzetta Ufficiale il Dpcm sugli incentivi annunciato da ben tre mesi, e di rendere immediatamente operativa la piattaforma di Invitalia. Ma ribadisce anche, ancora una volta, la necessità di correggere il nuovo schema incentivi, seppur già migliorativo. “Riteniamo doveroso che il tetto di prezzo alle auto 0-20 g/Km venga eliminato o quantomeno equiparato a quello della fascia 21-60 g/Km”, rimarca Crisci, aggiungendo che “occorre che il Governo accompagni questa transizione in modo strutturale, dando a consumatori e operatori una chiara visibilità sul programma incentivi per i prossimi 2-3 anni”.
Un ulteriore fattore abilitante per favorire la transizione energetica – come l’Unrae ripete da anni – è la revisione del trattamento fiscale delle auto aziendali in uso promiscuo, agendo su detraibilità Iva e deducibilità dei costi in funzione delle emissioni di CO2 e riducendo il periodo di ammortamento a 3 anni.
“Tale misura – propone Crisci – è realizzabile attraverso i decreti attuativi della Delega Fiscale, al fine di rilanciare la competitività delle nostre imprese e accelerare il rinnovo del parco circolante”.
Sul tema infrastrutture di ricarica pubbliche, l’Unrae continua a chiedere che il Mase adotti tutte le opportune misure per favorire una più ampia partecipazione degli operatori alle gare per l’assegnazione dei progetti finanziati dal Pnrr, risolvendo i problemi che hanno portato finora a una scarsa adesione in ambito extra-urbano. “Occorre garantire il pieno utilizzo delle risorse stanziate per lo sviluppo di un’infrastruttura di ricarica capillare anche su autostrade e superstrade, ed è necessario accelerare al massimo la pubblicazione dei nuovi bandi”, sottolinea Michele Crisci.
L’Unrae manifesta, infine, forte perplessità per la recentissima rinuncia, da parte di uno dei due principali aggiudicatari delle gare per le infrastrutture di ricarica urbane, al finanziamento per un lotto di ben 1.655 punti di ricarica che dovranno ora essere rimessi a gara. Preoccupano, infine, gli aumenti tariffari delle ricariche pubbliche e l’eliminazione delle formule di abbonamento da parte di alcuni grandi operatori.