Con lavoro forestale diamo gambe alla nostra Costituzione
Roma, 2 mag. (askanews) – “Siamo orgogliosi della pubblicazione sugli alberi monumentali perché riunisce in sé tanti aspetti che sono in sintonia con la nostra campagna ‘Fai bella l’Italia’ per promuovere il nostro patrimonio agroambientale valorizzando il lavoro delle tute verdi. Bisogna capire che oggi il lavoro agroalimentare e ambientale è una leva determinante per creare nuova e buona occupazione, prendendoci cura del nostro patrimonio boschivo e paesaggistico, con tutta una serie di settori che si tengono fra loro e fanno la vera ricchezza distintiva del nostro Paese”. Lo ha detto il segretario generale della Fai-Cisl Onofrio Rota intervenendo a Roma, a Palazzo Rospigliosi, alla presentazione del rapporto “Piccoli Comuni e Alberi Monumentali d’Italia 2024” promosso da Symbola con Masaf, AMI, Coldiretti e Fai-Cisl.
“La stessa attenzione – aggiunge Rota – riservata dal Presidente Mattarella al settore agroalimentare in occasione del Primo Maggio è un gran bel segnale che ci impegna tutti a valorizzare di più le professioni che connettono agricoltura, industria alimentare, tutela ambientale, prevenzione del dissesto idrogeologico”.
“Con il lavoro forestale – ha detto il sindacalista – diamo gambe all’articolo 9 della Costituzione che ora riconosce anche la tutela di ambiente, biodiversità ed ecosistemi nell’interesse delle future generazioni, a maggior ragione dobbiamo valorizzare il settore qualificando le professioni con formazione, tutele, diritti e adeguato reddito. Oggi l’Europa, nell’ambito della strategia per la biodiversità si è impegnata a piantare almeno 3 miliardi di alberi~entro il 2030, però chi pianterà in Italia questi nuovi alberi, quando, con quale contratto, quali competenze, nessuno lo sa: la vera risposta è che dietro tutte queste sfide c’è il protagonismo delle tute verdi, soprattutto degli operai idraulico-forestali”.
“In questa sfida – ha concluso il leader della Fai-Cisl – il sindacato può e deve fare tanto, soprattutto la nostra categoria, a cominciare da contrattazione, tavoli istituzionali, campagne sociali. Bisogna denunciare che solo nel 2022 la nostra agricoltura ha perso 4500 ettari coltivati a causa del consumo di suolo, e che i boschi sono cresciuti per abbandono delle aree rurali e spopolamento delle montagne,non certo grazie a politiche di rimboschimento: serve dunque un’inversione di tendenza. Un tema – ha annunciato infine Rota – che affronteremo anche con le nostre Giornate della Montagna, che dopo aver fatto tappa in Trentino Alto Adige, Abruzzo e Calabria svolgeremo quest’anno ad Assisi, dal 25 al 28 giugno, luogo simbolico per un rinnovato impegno in nome dell’ambiente, della pace, di un nuovo Umanesimo del Lavoro”.