Pesa sovracapacità produttiva. Quota cinesi in Ue al 7% in 2028

Milano, 23 apr. (askanews) – Il mercato globale dell’auto si appresta nel 2024 a recuperare i volumi pre-covid (stime +3% e 89 milioni di veicoli nel mondo, +2% Europa a 18,1 mln e +4% Usa a 16,2 mln), ma con un mix geografico sempre più spostato sulla Cina, primo mercato in volume (26 milioni di veicoli attesi nel 2024, +4% rispetto al 2023) e primo esportatore al mondo di veicoli. E’ quanto emerge dall’aggiornamento del Global Automotive Outlook di AlixPartners, presentato oggi a Milano.

La domanda fino al 2027 è prevista sostanzialmente stagnante, con crescita bassa a singola cifra per tutti i mercati principali: +1% annuo in Europa (+2,4% nei Paesi dell’Europa Centrale); 2% in America e 3% in Cina tra 2024 e 2027. In Italia le previsioni sono di vendite stabili a 1,8 milioni di veicoli. In Europa c’è da valutare l’incognita Cina: nel 2023 la quota di produttori cinesi in Europa è salita al 4% ed prevista in crescita fino al 7% nel 2028 (9% inclusi brand europei controllati da gruppi cinesi). Questo grazie anche all’installazione di capacità produttiva locale con la previsione di 200mila unità prodotte al 2030. Fra i progetti, Byd inizierà la produzione in Ungheria nel 2026, mentre sono in corso le trattative per Geely in Polonia e Chery in Spagna.

“L’industria automotive è ritornata a una situazione di sovracapacità produttiva. Le cause? L’indebolimento della domanda, il contesto geopolitico ed economico, e soprattutto la crescita nettamente inferiore, rispetto alle attese, della domanda di vetture elettriche sulle quali si è scatenata una guerra sui prezzi nel mondo, soprattutto in Cina, a partire dai due leader BYD e Tesla” ha affermato Dario Duse, Emea co-leader dell’Automotive & Industrial team e Country Leader Italia di AlixPartners.

“Tutti i grandi costruttori hanno una gamma elettrificata disponibile, ed è previsto che ulteriori 616 miliardi di dollari saranno investiti entro il 2027, ma al contempo l’industria ha assunto un atteggiamento attendista in ragione di una domanda di Bev debole, ancora legata agli incentivi, e una prospettiva incerta sulla effettiva tenuta della regolamentazione che impone lo stop ai motori termici dal 2035”.

Le piattaforme di sviluppo annunciate dai costruttori europei sono ancora concentrate sulle motorizzazioni elettriche (7 su 8 attese nel 2025), ma la crescita dei veicoli elettrici sta rallentando in tutti i principali mercati europei, compresa l’Italia, dove dal 2021 l’incidenza dei veicoli Bev è rimasta stabile al 4%. Da una recente survey di AlixPartners emerge che a livello globale la percentuale di clienti potenzialmente interessata all’acquisto di un’auto elettrica è stabile rispetto al 2021, eccetto in Cina dove è salita dall’85% al 97%. Negli Usa è stabile al 35%, in Ue al 43% mentre in Italia è diminuita dal 53% del 2021 al 48%.

Le conseguenze per le case costruttrici sono evidenti: Volkswagen, ad esempio, ha rallentato la produzione sui modelli ID nel corso del 2023 in alcuni siti produttivi, Tesla ha avuto un calo di produzione nel primo trimestre del 2024 e prevede un piano di tagli del 10% della propria forza lavoro, come anche la cinese Polestar che addirittura ipotizza tagli del 15%. Da segnalare che nonostante il taglio alla produzione sempre nel I trimestre 2024 Tesla ha prodotto 430mila auto e ne ha vendute 387mila con una eccedenza di 50mila auto, pari al surplus di tutto il 2023.

L’elettrico, gravato da costi superiori alle pari versioni con motore a combustione, continua anche ad avere volumi produttivi per piattaforma e modello di gran lunga inferiori alle pari versioni Ice, con conseguente problema anche di capacità di assorbimento dei costi fissi. Le partnership, come quella di Stellantis con Leapmotor e di Mercedes con Byd per la gamma Denza, potrebbero rappresentare un punto di svolta, generando sinergie di acquisto nell’ordine dell’8-10% al raddoppio dei volumi, oltre a sinergie multimilionarie sui costi fissi legati a sviluppo del prodotto e assets produttivi.

Nel pieno della transizione energetica, infine si affaccia una nuova disruption collegata al Software Defined Vehicle (Sdv), un veicolo in cui alcune caratteristiche – come la sicurezza, la protezione, la comodità e le prestazioni – possono essere controllate e modificate da un software attraverso aggiornamenti Over The Air. Gli Sdv arriveranno nei prossimi 3-4 anni, ma, secondo Emanuele Cordone, Director dell’Automotive & Industrial team di AlixPartners “è necessario un cambio di marcia per poter cogliere le opportunità di un nuovo modello di business anche valutando potenziali partnership con aziende tecnologiche”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *