Pres. Basile: molto soddisfatti, guardiamo al futuro con fiducia

Milano, 22 apr. (askanews) – “Vinitaly ha offerto alla Denominazione un’occasione fondamentale non solo per rafforzare la propria presenza nei mercati di riferimento (Usa, Centro e Nord Europa, oltre che naturalmente l’Italia) ma anche per individuare nuovi spazi all’estero, grazie ai preziosi incontri con i buyer internazionali. Da segnalare in particolare, oltre ad un incremento di visite da parte di operatori nazionali, l’interesse manifestato da parte di un importatore del Vietnam, che ha riscontrato nei vini del Montecucco un profilo perfettamente adatto per i consumatori di questo mercato, attualmente ancora vergine per i prodotti della Denominazione”. A dirlo è il Consorzio Tutela Vini Montecucco, reduce dalla 56esima edizione del Salone a Fieraverona, dove “ha accolto un significativo e costante flusso di operatori, giornalisti e wine lover nazionali ed internazionali con una rappresentanza di 24 etichette al banco consortile e di cinque aziende socie presenti allo stand: Basile, Parmoleto, Villa Patrizia, La Banditaccia e Campinuovi”.

“Siamo molto soddisfatti di questa edizione di Vinitaly e, forti degli ottimi riscontri ottenuti, guardiamo al futuro con fiducia, con la volontà di evolverci e di rispondere ai nuovi trend di consumo senza però mai perdere di vista l’identità territoriale e i valori che hanno fatto apprezzare la nostra Denominazione nel mondo” ha commentato il prsidente del Consorzio, Giovan Battista Basile, sottolineando che “puntiamo in particolare ad ampliare la produzione facendo leva non solo sull’alto livello qualitativo dei nostri vini e sulla nostra vocazione ‘green’ ma anche sulla modifica al nostro Disciplinare, che a breve permetterà di aumentare la percentuale di prodotto rivendicabile a Doc e Docg Montecucco”.

“In uno scenario che diventa sempre più competitivo, la Denominazione viene apprezzata in tutto il mondo non solo per l’alto livello qualitativo e l’accessibilità dei suoi vini ma anche per la capacità di rispondere alla domanda nazionale ed internazionale di prodotto ‘bio’” ha sottolineato l’ente consortile, parlando di “una strategia utile soprattutto in quei mercati fedeli ai vini toscani come l’Europa e il Nord America, che strizzano l’occhio non solo al ‘green’, ma anche al prodotto bio-certificato di qualità e all’affidabilità dei viticoltori e dei relativi organismi di tutela”. Accanto al Sangiovese Docg, che resta il re della Denominazione e firma d’eccellenza del Montecucco, protagonisti sul banco d’assaggio a Vinitaly sono stati il Rosso Doc e il Vermentino.

In aprile è uscito il decreto di modifica ordinaria al Disciplinare di produzione della Denominazione di origine controllata dei vini Montecucco (di cui è attesa la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale italiana anche per le Docg), che si riferisce alle norme per la vinificazione e alle disposizioni su etichettatura, designazione e presentazione. Il Consorzio ha precisato che rispetto alle operazioni di cantina, per i produttori che conducono vigneti nella zona di produzione del Montecucco Sangiovese Docg e del Montecucco Doc, sarà ora possibile trasferire le uve qui raccolte presso Cantine situate in altre province della Regione Toscana, per svolgere le operazioni di vinificazione, invecchiamento obbligatorio e imbottigliamento. Procedure finora consentite solo entro il territorio della provincia di Grosseto, purché tali Cantine siano di pertinenza di aziende che in esse vinifichino uve idonee alla produzione della Docg e della Doc ottenute da vigneti di propria conduzione. Passando all’etichettatura, per i vini Montecucco Sangiovese e Montecucco viene resa obbligatoria l’indicazione in retro etichetta del nome geografico più ampio “Toscana” secondo criteri grafici prestabiliti. Per avere piena validà a livello unionale bisognerà attendere la pubblicazione sulla Gazzetta europea, prevista entro la prossima estate.

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