La leader lancia Leccese, ma resta l’ipotesi di un terzo nome
Bari, 5 apr. (askanews) – Qualcuno nel Pd spera ancora che il “big bang” si possa evitare, il tentativo di una ricucitura ci sarà, ma oggi è forse il giorno che segna il minimo storico della qualità dei rapporti tra Pd e M5s da quando è segretaria Elly Schlein. La leader Pd – che da oltre un anno rispondeva col sorriso quando le veniva chiesto delle sferzate di Giuseppe Conte – ha deciso che stavolta non si poteva porgere l’altra guancia e da Bari rifila una serie di bordate che mai si erano sentite in questi primi 13 mesi di segreteria.
La leader democratica si presenta al comizio che a Bari avrebbe dovuto concludere la campagna per le primarie di Vito Leccese e che invece si trasforma nel lancio della sua corsa da candidato sindaco, salvo appunto miracoli diplomatici delle prossime settimane. Sul palco salgono lei e Leccese, restano giù Antonio Decaro e – soprattutto – Michele Emiliano. La Schlein nel suo intervento ringrazia sia il sindaco uscente che il presidente della Regione, che anche un pezzo di Pd reputa troppo “spericolato” nelle alleanze e troppo incline al “trasformismo”. Ma la foto a fianco di Emiliano non viene scattata.
Di sicuro, dopo le voci di una sua defezione alla manifestazione, circolate ieri, la leader dem sceglie di “metterci la faccia” e lo spiega tirando subito una sberla al suo (ex?) alleato: “Ieri nei corridoi romani già sentivo girare la voce che non sarei venuta qui da voi. Invece sono qui con voi e per voi e ci metto la faccia perché questa battaglia noi la facciamo insieme. E sono qui perché io a differenza di altri sono una persona che mantiene gli impegni presi”. Usa il plurale “altri” ma è a uno che si rivolge, Giuseppe Conte: “Capisco che chi ha iniziato a far politica direttamente da palazzo Chigi forse non ha tanta dimestichezza con la militanza di base, con la fatica di costruire percorsi democratici collettivi, come chi monta i gazebo per le primarie. Ma pretendo si abbia rispetto per questa comunità”.
Perché, insiste Schlein, “far saltare le primarie a tre giorni dal voto è una sberla a tutta la gente perbene che si stava preparando a votare domenica per Vito o per Michele”. Soprattutto, sottolinea, è “insopportabile l’illazione che i due candidati, entrambe persone specchiate, si potessero avvalere di metodi poco trasparenti senza riuscire a controllare il voto che arrivava. No, non è accettabile”.
D’altro canto, la stessa segretaria ribadisce il concetto-chiave: “Mi dispiace molto questa scelta unilaterale che ieri ha preso Giuseppe Conte con i 5 Stelle senza cercare insieme una soluzione. Lo voglio dire con chiarezza: così aiutano la destra”. E questo, al di là dei rapporti personali ora abbastanza incrinati, è un punto che la leader Pd continua a considerare centrale, “anche ieri abbiamo proposto all’altro candidato di fare un passo indietro entrambi. Ma – ha chiosato con un’altra staffilata – la risposta è stata negativa, forse anche da chi aveva già architettato conferenze stampa dai luoghi confiscati alla mafia grazie all’impegno del Pd”.
Ma la spinta a provare ancora la strada della pazienza con M5s viene da diversi dei suoi principali sostenitori nel partito. Ieri si è fatto sentire Goffredo Bettini, oggi è stato Andrea Orlando a indicare la via evangelica “dell’altra guancia”: certo, dice in tv, bisogna “respingere le strumentalizzazioni di Conte”. Ma poi aggiunge: “Quello che penso si debba fare in questo momento è gettare acqua sul fuoco” e “per dimostrare la buona volontà delle forze in campo il passo da fare è cercare una terza figura”.
Un terzo candidato che possa sancire la ricucitura ed evitare una spaccatura che con tutta probabilità consegnerebbe Bari alla destra dopo tanto tempo. E’ questa l’idea che rimane sotto traccia e neanche troppo. Lo stesso Leccese dal palco ne parla: “Qualcuno dei sostenitori di Laforgia mi ha chiesto se si può ricucire. Ho provato sempre a ricucire gli strappi”. Ma, aggiunge, la “soluzione unitaria” non può essere convergere su Laforgia, il candidato sostenuto da Conte: “Questa non si chiama soluzione unitaria, questo si chiama ultimatum. E noi siamo stanchi di subire ultimatum”.
E’ la linea fissata dal Pd: nessuno pensi di imporre candidati, se il gioco è questo allora i democratici sono tutti a sostegno di Leccese candidato sindaco, come ha detto la Schlein dal palco. Poi, ha aggiungo la leader Pd, “siamo pronti a sostenerti anche se vorrai tentare ancora la strada dell’unità trovando una sintesi unitaria dopo questa rottura che loro hanno prodotto ieri”. Appunto, uno spiraglio lasciato aperto, perché la matematica ha una sua forza e la corsa ognun per sé è un grande “regalo alla destra”. Ma oggi è il momento della voce grossa, perché – avverte la Schlein – “non mi scompongo mai per gli attacchi che arrivano direttamente a me. Ma non sono disposta a tollerare gli attacchi che arrivano a questa nostra comunità”.