“L’approvazione di un nuovo Decreto Legge in materia di agevolazioni edilizie, annunciata dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, prevederebbe – secondo le bozze – l’eliminazione della possibilità di applicare l’istituto della remissione in bonis ai crediti derivanti da interventi edilizi, circostanza che avrebbe consentito, con il pagamento di una sanzione, la comunicazione funzionale alla fruizione dei benefici fino al 15 ottobre 2024. Con questa modifica, il termine, perentorio diventa invece quello del 4 aprile 2024, dunque con un residuo di appena 5 giorni lavorativi per procedere con la comunicazione delle opzioni”. Lo afferma Francesco Cataldi, presidente dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili.
“Ci viene detto – sottolinea Cataldi – che tale modifica si è resa necessaria al fine di conoscere l’ammontare del complesso delle opzioni esercitate e delle cessioni stipulate: ma non sarebbe stato più ragionevole, a questo punto, chiedere l’invio di una comunicazione, per tutte le tipologie di crediti, al fine di acquisire i dati necessari? Modificare, per l’ennesima volta, le carte in tavola, comprimendo pesantemente un diritto sul quale cittadini, imprese e professionisti avevano dato per certo, è una scelta che avrà conseguenze pesanti. E, andando ancora più nello specifico, ci sembra sbagliato intervenire in extremis, mentre in altre sedi si porta alta la bandiera della compliance, finalizzata a un tanto agognato miglior rapporto tra Fisco e contribuente”.
Leonardo Nesa, vice presidente della giunta nazionale UNGDCEC, evidenzia come la versione del Decreto Legge, seppur non ancora “ufficiale”, se aderente rispetto a quanto ad oggi disponibile, “porterà a conseguenze devastanti per gli operatori. Questo perché, pur con tutte le riforme del caso, l’unico principio che continua ad essere bistrattato è la tutela dell’affidamento; la quale dovrebbe invece rappresentare il fulcro dell’intero sistema di diritto, non esclusivamente in ambito tributario. L’auspicio è dunque che si possano correggere in extremis tali previsioni, prima della loro formalizzazione definitiva, e soprattutto che, in linea generale, tra gli equilibri di bilancio (fondamentali) e l’appropriatezza della tecnica legislativa (parimenti imprescindibile), i nostri governanti tengano altresì a mente la necessità di mantenere viva la fiducia in capo a cittadini e contribuenti”.
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