Tra richieste italiane anche analisi scientifica fauna selvatica

Roma, 14 mar. (askanews) – Semplificare l’erogazione degli aiuti, sospendere l’applicazione delle norme rafforzate ritenute inapplicabili da quasi tutte le nazioni, anche per i sistemi tecnologici europei che sono inadeguati a garantire un controllo satellitare. Ancora, l’estensione delle misure del quadro temporaneo di crisi: la richiesta forte che noi facciamo è quella di una moratoria per le imprese agricole in difficoltà che permetta, come durante il periodo Covid, per le imprese tutte di spalmare il debito e di non desertificare il territorio”. Sono alcune delle richieste che l’Italia avanzerà in vista di una revisione della Pac. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, in audizione davanti alla Commissione Agricoltura della Camera e alla Commissione Industria, Commercio, Turismo, Agricoltura e Produzione agroalimentare del Senato sugli esiti del Consiglio “Agricoltura e pesca” del 26 febbraio 2024.

Ancora, l’Italia chiederà “che venga interrotto ogni tipo di aiuto dato agli agricoltori per non coltivare. Noi crediamo – ha detto Lollobrigida – che gli aiuti abbiano un senso non come sussidio ma come incentivazione a coltivare meglio. Inoltre – ha aggiunto – abbiamo ribadito la nostra contrarietà al cibo su base cellulare e abbiamo avuto da questo punto di vista una condivisione molto ampia”.

“Abbiamo anche chiesto una un potenziamento della direttiva europea sulle pratiche sleali – ha spiegato Lollobrigida – noi chiediamo che la cabina di regia che abbiamo creato tra tutte le nostre forze che si occupano di questo tema in Italia, venga proposta anche in sede europea, cioè avere uno scambio di informazioni e un medesimo modello di controllo per le merci che arrivano da Paesi terzi, perché la reciprocità è l’unico elemento che può garantire la nostra produzione”.

“Abbiamo chiesto anche un’ulteriore regola nei trattati internazionali che riteniamo molto rilevante – ha proseguito il ministro – quella del rispetto dei diritti umani, che è una regola che non è stata mai presa in considerazione, ma che è una regola fondamentale”.

Ancora, sul fronte dei danni causati all’agricoltura dalla fauna selvatica, “abbiamo chiesto di fare un’analisi scientifica. La scienza deve dire quale numero di animali può essere compatibile con l’ecosistema e sulla base di quello che dice la scienza l’uomo può e deve intervenire a regolare. E questo vale per il granchio blu, per gli ungulati e anche per altre specie eventualmente considerate in eccesso, in particolare per quanto riguarda la peste suina. Noi abbiamo oggettivamente un allarme che chiediamo – ha specificato – di affrontare in termini europei e che prevede tutte le soluzioni possibili, ma che non può escludere quella del depopolamento del vettore principale di questa di questa patologia.

“Sicuramente – ha quindi proseguito – vanno anche aumentate l’efficacia della PAC e delle risorse finanziarie: inizialmente la Pac rappresentava il 50% del bilancio europeo, poi è diventato il 30%. La cifra per l’Italia in questa PAC è rimasta quella della precedente, ovvero 36 miliardi in cinque anni, ma 36 miliardi di dieci anni fa non sono 36 miliardi di oggi. Chiediamo che ci sia una programmazione in termini finanziari che tenga conto della necessità di cercare una sovranità alimentare rilevante”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *