Servono 30 mln di euro a sostegno Fondo nazionale contratti filiera grano
La continua speculazione sui prezzi del grano sta mettendo in pericolo la sopravvivenza di 200mila aziende agricole italiane, e con essa la sovranità alimentare del Paese, aggravandone la dipendenza dall’estero. Coldiretti è allarmata dalle crescenti importazioni dalla Turchia e dalla Russia.
“È necessario aumentare il finanziamento del Fondo nazionale per i contratti di filiera del grano a 30 mln di euro per sostenere le aziende agricole italiane e ottenere prezzi equi e non inferiori ai costi di produzione, come previsto dalla legge su pratiche sleali”- ha dichiarato il presidente Coldiretti Ettore Prandini.
Dopo l’arrivo di quasi 900 mln di chili di grano russo-turco nel 2023, il Tmo, l’Ente Statale turco per i cereali, ha annunciato una nuova gara d’appalto internazionale per la vendita e l’esportazione di altri 150 mln di chili di grano.
Di conseguenza, i prezzi del grano nazionale sono crollati. L’ondata di grano canadese, che ha superato il miliardo di chili, oltre a una vera e propria marea di prodotti, sta influenzando i prezzi del grano nazionale.
“L’asta del grano turco ha nuovamente depresso il prezzo del grano pugliese, causando un crollo dei prezzi di 25 euro a tonnellata in dieci giorni e il prezzo del grano fino a Bari è sceso nuovamente a 335 euro a tonnellata, le navi commerciali provenienti dalla Turchia continuano ad andare e venire nei porti pugliesi”- denunciano il presidente ed il direttore di Coldiretti Puglia, Alfonso Cavallo e Pietro Piccioni.
“Questi valori – conclude la Coldiretti – rendono la coltivazione al di sotto dei costi di produzione, la rendono praticamente antieconomica e mettono a rischio di collasso le aziende agricole, soprattutto nelle zone interne dove non esistono produzioni alternative”.
Ciro Di Pietro
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