Gli occupati sono 23 milioni 580 mila, +491mila a tempo indeterminato
Roma, 13 mar. (askanews) – Nella media del 2023 prosegue la crescita, già registrata nei due anni precedenti, del numero di occupati (+481 mila, +2,1% in un anno), la cui stima si attesta a 23 milioni 580mila unità. Il tasso di occupazione di 15-64 anni sale al 61,5% (+1,3 punti percentuali in un anno). Lo ha reso noto l’Istat.
La crescita dell’occupazione, rispetto al 2022, interessa soprattutto i dipendenti a tempo indeterminato (+491 mila, +3,3%) e, con minore intensità, gli indipendenti (+62 mila, +1,3); risultano invece in calo i dipendenti a termine (-73 mila, -2,4%).
Continua l’aumento, già osservato nei due anni precedenti, del lavoro a tempo pieno (+446 mila, +2,4%) e cresce a ritmi più sostenuti rispetto all’anno precedente anche quello a tempo parziale (+35 mila, +0,8%).
Parallelamente nel 2023 prosegue, seppur attenuata rispetto al 2022, la diminuzione del numero di persone in cerca di occupazione (-81 mila, -4%) che scende a 1 milione 947 mila; aumentano leggermente coloro che cercano lavoro da meno di un anno e, di conseguenza, diminuisce l’incidenza dei disoccupati di lunga durata, da almeno 12 mesi, che scende al 54,8% (-2,5 punti in un anno). Il tasso di disoccupazione cala al 7,7%, -0,4 punti rispetto al 2022. Lo ha reso noto l’Istat.
L’uso dei canali informali nella ricerca di occupazione rimane la pratica più diffusa: la quota di chi si rivolge a parenti, amici e conoscenti aumenta e raggiunge il 76,6% (+1,2 punti); in marcata crescita anche l’incidenza di chi ha cercato lavoro rivolgendosi al Centro pubblico per l’impiego (25,8%, +3,5 punti), mentre risultano più stabili le quote di coloro che svolgono altre azioni di ricerca formali, come l’invio di domande/curriculum (invariata al 64,9%), la consultazione di offerte di lavoro (47,6%, +0,6 punti), la risposta ad annunci o la pubblicazione di inserzioni (30,0%, +0,4 punti) oppure l’aver contattato un’agenzia di lavoro interinale (invariata al 20%).
Nel 2023, il numero di inattivi di 15-64 anni diminuisce per il terzo anno consecutivo (-468 mila, -3,6% in un anno), attestandosi a 12 milioni 377 mila; in calo sia coloro che non cercano e non sono disponibili a lavorare (-175 mila, -1,7%) sia, soprattutto, le forze di lavoro potenziali (-293 mila, -11,8%), ossia la componente degli inattivi più vicina al mercato del lavoro. Diminuisce il numero degli scoraggiati (-44 mila, -4,3%), di chi aspetta gli esiti di passate azioni di ricerca (-129 mila, -20,9%) e di chi non cerca lavoro per motivi familiari (-139 mila, -4,8%). Il tasso di inattività 15-64 anni scende al 33,3% (-1,1 punti rispetto al 2022).