Parla l’amministratore delegato della Casa di Cura Salus: “Ancora tagli in vista, il settore privato chiede più spazio”
“Attualmente il Fondo sanitario è pari a circa il 7.3% del Pil, e sembrerebbe destinato a contrarsi ulteriormente, fino ad arrivare al 6.50%. Quote non accettabili, soprattutto se confrontate con le percentuali dei paesi europei limitrofi”.
Lo afferma Ottavio Coriglioni, amministratore delegato della Casa di Cura Salus, ospedale medico chirurgico a capitale privato, accreditato con il SSR.
“In Austria, ad esempio, siamo all’8.77%, in Belgio 8.49% e in Francia e in Germania, rispettivamente, al 10.34% e al 10.91%. Per renderci immediatamente conto di quanto sia importante il sistema sanitario, basti ricordare che ben il 64.3% del bilancio della Regione Campania fa capo alla voce Sanità”.
Ma le difficoltà del sistema sanitario campano non finiscono qui. Il numero dei posti letto nel pubblico è pari a circa 17.500, mentre ammontano a poco più di 5.500 i posti letto nel sanitario accreditato.
“Con una percentuale per mille abitanti – osserva Coriglioni – più bassa della media nazionale. Anche dal punto di vista dell’integrazione informatica siamo indietro: se le strutture accreditate sono ormai completamente informatizzate, il settore Pubblico è ancora pesantemente in ritardo, come confermato da una recente indagine nazionale dalle quale emerge per esempio che la Campania, in riferimento all’introduzione del fascicolo sanitario elettronico (FSE), è al 95% dell’attuazione, ma ancora al palo nel suo concreto utilizzo”.
Anche per questo il manager della Casa privata di Cura Salus, ricordando che in tutta Europa la Sanità è garantita dal “pubblico” e dal “privato accreditato” ritiene arrivato il momento di rivedere i tetti di spesa e le tariffe. I primi sono fermi al 2011 e le tariffe ancor prima praticamente al 1999.
“Una più corretta assegnazione dei tetti di spesa consentirebbe infatti alle strutture a capitale privato di ‘aiutare’ il sistema ‘Pubblico’ ad ottenere una maggiore elasticità dell’offerta sanitaria ed a migliorare ulteriormente gli indicatori dei livelli essenziali di assistenza.
La pandemia ha ulteriormente stressato questi concetti, e gli effetti sono sotto gli occhi di tutti e, purtroppo, sulla pelle delle persone. Le liste di attesa si sono allungate a dismisura, mentre i ricoveri si sono ridotti di circa 450.000 unità.
Nella nostra regione – continua Coriglioni – nel 2020 hanno rinunciato alle cure il 21% dei pazienti rispetto all’anno precedente e nel 2021 un ulteriore 19.6%. Un gap che non si riesce a colmare, nonostante lo Stato abbia messo a disposizione delle Regioni ulteriori 500 milioni di euro, di cui, però, le Regioni ne hanno utilizzati solo 200”.
E ci si chiede, come mai con questi fondi a disposizione il ‘Pubblico’ non riesce a ridurre le liste di attesa? E ancora: “Come mai le strutture private accreditate, con le necessarie competenze per ero- gare prestazioni alla popolazione, non sono state coinvolte in un programma di recupero?”.
La struttura, che nel 2022 solo per l’attività ospedaliera ha accolto circa 7.000 persone, serve un bacino di utenza incentrato su Battipaglia e la provincia di Salerno, che si estende fino al Molise e all’alta Calabria. Conta su 110 posti letto, di cui 90 accreditati, per sette unità operative e due sezioni.
Dal 1949, anno della sua fondazione, ad oggi, Salus si è sempre caratterizzata per la continua evoluzione tecnologica, strutturale ed organizzativa, nel segno di una continua attenzione alla salute del cittadino garantita dalla qualità delle prestazioni offerta da circa 140 collaboratori.
Il cittadino, presso la casa di cura Salus, può usufruire di tutte le forme consentite di ricovero sapendo di poter contare su una importante diagnostica che va da quella tradizionale alla diagnostica per immagini con TAC, ecografie anche con mezzo di contrasto ed intraoperatorie, ecocolordoppler amplificatori di brillanza, diagnostica nucleare per scintigrafie.
Tra i reparti di eccellenza c’è sicuramente quello diretto dal Donato Notarfrancesco, esperto in chirurgia ortopedica referente Amis del Sud Italia per la protesi dell’anca. La tecnica Amis è la via d’accesso ideale per una chirurgia atraumatica, taglio minimo anteriore, fondamentale per un rapido recupero, migliora la qualità della vita e velocizzerà la ripresa dopo un’artroplastica totale d’anca.
Alla Diagnostica è stata aggiunta la genetica per lo studio del Dna, e delle possibili cause associate alle sue mutazioni, che permette di determinare le predisposizioni del singolo su varie patologie e, dunque, di prevenirne lo sviluppo, definendo una terapia personalizzata. Ha promosso screening di massa per le malattie neoplastiche come in occasione della festa della donna e per la Festa del Papà.
Dal 2013 la chirurgia generale ha costituito un Team Multidisciplinare rivolto alla cura chirurgica di varie patologie, ivi comprese quelle tumorali, e fa parte della rete oncologica regionale per il colon e per l’obesita. Del team fanno parte chirurghi, psicologi, nutrizionisti, endocrinologi, anestesisti e infermieri dedicati ed è affidato alla direzione ed al coordinamento di Ugo Bardi.
Il gruppo è rapidamente cresciuto, ottenendo il riconoscimento di centro di eccellenza nazionale della Sicob (Società’ Italiana Cura Obesità e Malattie Metaboli- che). Il numero degli interventi chirurgici bariatrici eseguiti in Salus è arrivato a circa 400 all’anno: la struttura è così diventata un punto di riferimento anche extraregionale, con flussi crescenti di migrazione sanitaria inversa .
Nell’ambito della chirurgia generale è operativa anche la sezione di senologia diretta dal dottore Volpe e che fa parte della Rete Oncologica. La chirurgia vascolare è gestita dai dottori Crinisio, di Nardo e Molino sia per l’aspetto diagnostico che curativo essendo, tra l’altro, centro di riferimento nazionale per la flebolinfologia e di riferimento regionale per il piede diabetico. Non sono da meno l’oculistica con i medici Trotta e Guarracino e la ginecologia con il dottore Marra.
Al centro dell’attenzione ci deve essere e c’è la persona, il paziente. “Donne e uomini sono i nostri pazienti, donne e uomini sono i nostri infermieri, i medici, il personale socio sanitario”. L’amministratore della “Salus” auspica la creazione di una rete sanitaria tra le strutture di qualità e di eccellenza della Campania, siano esse pubbliche o private.
“Si eviterebbe così anche l’esodo verso altre regioni, migrazione sanitaria di circa 300 milioni di euro all’anno. Le case di cura, come la Salus, sono pagate sulla base di ciò che realmente hanno “prodotto” e talvolta con tariffe del 10% inferiori a quelle riconosciute al “pubblico” e sempre con il vincolo del tetto di spesa. Una situazione non più tollerabile, soprattutto per chi come noi – conclude Coriglioni – ha i numeri e le competenze per contribuire al rilancio della sanità regionale”.
L’articolo Coriglioni: “Finanziamenti insufficienti e troppe contraddizioni nel sistema sanitario regionale pubblico” proviene da Notiziedi.it.