In difficoltà nella competizione spietata per l’auto elettrica

Roma, 12 mar. (askanews) – Nissan Motor e Honda Motor si stanno preparando a ridurre la loro capacità di produzione di veicoli in Cina. Lo scrive oggi il Nikkei, mentre le case automobilistiche giapponesi faticano a tenere il passo nella corsa ai veicoli elettrici contro i rivali cinesi.

Nissan avvierà nei prossimi giorni trattative con una joint venture locale per ridurre la sua capacità in Cina fino al 30%, che equivale a 500.000 auto all’anno. L’azienda giapponese è attualmente in grado di produrre in Cina circa 1,6 milioni di automobili ogni anno. In Cina ha otto stabilimenti, compresi quelli in Hubei e Henan in joint venture con la cinese Dongfeng Motor.

La produzione di Nissan in Cina nel 2023 è scesa del 24%, su base annua, a 793.000 veicoli, scendendo sotto la soglia del milione per la prima volta in 14 anni.

Dal canto suo, anche Honda vuole ridurre la propria capacità in Cina del 20%, a circa 1,2 milioni di veicoli all’anno. L’azienda sta discutendo con partner locali e ha già comunicato ai principali fornitori che taglierà la produzione.

Honda ha una capacità totale di 1,49 milioni di auto all’anno in Cina attraverso due joint venture, una con GAC Group e l’altra con Dongfeng Motor.

Anche le vendite di Toyota in Cina nel 2023 sono diminuite del 2%, su base annua, a 1,9 milioni di automobili. L’azienda vende modelli di veicoli elettrici come bZ4x e bZ3 nel paese e intende rafforzare la sua offerta di veicoli ibridi plug-in. Mitsubishi ha annunciato lo scorso anno il suo ritiro dalla Cina e Mazda sta ristrutturando le sue joint venture nel paese.

La vicenda della produzione di auto giapponesi in Cina è piuttosto esemplificativa. Le case automobilistiche nipponiche hanno concentrato in Cina importanti basi produttive attraverso joint venture favorite dal governo cinese, che era ansioso di accelerare l’industrializzazione. Nel 2020 i produttori giapponesi controllavano un quinto del mercato dell’auto in Cina.

Tuttavia, col tempo, le aziende cinesi hanno acquisito tecnologia e know-how, anche dalle aziende nipponiche, e hanno rafforzato la produzione nazionale, investendo in particolare nei veicoli a nuova energia e, soprattutto, sull’auto elettrica. Lo scorso anno il 56% del mercato dell’auto cinese era appannaggio delle case automobilistiche locali, con il gruppo GAC in grado di controllarne oltre il 30%. E oggi nel settore dell’auto elettrica è in corso una gara al ribasso dei prezzi, innescata in particolare dalla BYD, che sta mettendo fuori mercato non solo i marchi nipponici, ma anche sudcoreani e tedeschi.

Inoltre, lo scorso anno la Cina è diventata per la prima volta il primo esportatore mondiale di automobili, superando il Giappone, e sta diventando un attore più importante a livello globale. Nel frattempo, la casa automobilistica giapponese Mitsubishi Motors ha annunciato nell’ottobre 2023 che si ritirerà dalla Cina. Mazda sta ristrutturando la sua attività di joint venture nel paese.

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