Fondatore di Libera incontra associazioni e cittadini ad Anzio 2

Roma, 9 mar. (askanews) – “Il male esiste e va affrontato. Il primo passo è riconoscerlo chiamare per nome la mafia, la corruzione”. Così ha detto il fondatore di Libera, don luigi Ciotti, nella parrocchia di San Benedetto, ad Anzio 2. “La violenza culturale è quella più subdola, che inquina le coscienze. Tutti insieme siamo un noi e chiedo a tutti voi di non tacere, ad alzare la voce”, ha continuato.

Il sacerdote simbolo di coraggio contro le mafia ha voluto sottolineare anche l’importanza del voto, la democrazia è partecipazione, la libertà è partecipazione. Quindi ha rivolto un grazie per l’impegno “a tutti quelli che sono qui oggi, ai tanti bambini scout, alle associazioni e alle forze dell’ordine”. Di recente con l’inchiesta ‘Tritone’ gli inquirenti hanno certificato il radicamento di una locale di ‘ndrangheta sul litorale laziale, e le collusioni con la politica che ha portato allo scioglimento dei comuni di Anzio e Nettuno per condizionamento mafioso.

Presenti all’incontro di oggi le associazioni di “Parteciparete”: CNGEI, Rete Nobavaglio, Agesci, Legambiente, il Coordinamento antimafia di Anzio e Nettuno, Reti di Giustizia, CGIL Roma sud, CSI, C.U.R.A., Polispontina. “Anzio non è solo mafie e la parte migliore della società deve far sentire la propria voce. Tutti insieme siamo un noi, uniti possiamo essere il cambiamento culturale che la città merita”, si spiega. Le associazioni oggi hanno dato vita, questa mattina, alla Giornata della Partecipazione nel quartiere di Anzio 2 per dire sì alle buone pratiche del volontariato e no alle mafie.

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