Ministro a seminario a Tokyo, ha incontrato viceministro Ogawa
Roma, 4 mar. (askanews) – “Lo scorso anno durante il G7 dell’agricoltura a Miyazaki, ho potuto constatare una grande compatibilità tra il nostro approccio e le tematiche internazionali proposte dal Giappone. Nel G7 a presidenza italiana continueremo il prezioso lavoro iniziato nel 2023, affrontando temi essenziali legati alla sicurezza alimentare del pianeta”. Così il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida in ambasciata a Tokyo durante il seminario “La difesa dei prodotti agroalimentari italiani: tutela della qualità e della proprietà intellettuale e contrasto alla contraffazione”, alla presenza del Viceministro giapponese all’agricoltura, Ryosuke Ogawa, del Presidente dell’ICE Matteo Zoppas e del Presidente della Japan External Trade Organization (JETRO) Susumu Kataoka.
“L’Italia e il Giappone sono due nazioni amiche – ha aggiunto il ministro – che condividono non solo una lunga storia e tradizione, ma anche una cultura alimentare che è il fondamento della longevità dei nostri cittadini. Dobbiamo preservare questo patrimonio e assicurarci che la qualità del nostro cibo continui a contribuire al benessere della nostra popolazione”.
Lollobrigida ha poi incontrato la comunità imprenditoriale italiana presente in Giappone sottolineando che “un modello basato sulla qualità come elemento cardine delle produzioni rende questo mercato sempre più allettante. Peraltro, con un bilancio in attivo per il nostro import che deve vederci rafforzare sempre più questo tipo di capacità di entrare nel mercato, immaginando anche nuove strade e potenziando quelle che ci sono”.
Gli appuntamenti sono proseguiti con un bilaterale tra il ministro Lollobrigida e l’omologo giapponese, Tetsushi Sakamoto, con il quale si è parlato del legame tra i due Paesi e delle prossime sfide comuni.
A conclusione di giornata il ministro ha partecipato alla manifestazione “50 top Pizza Asia Pacifico”, durante la quale ha consegnato a imprenditori e proprietari di pizzerie italiane la targa della candidatura a patrimonio Unesco della cucina italiana.
“Abbiamo lanciato questa candidatura non solo perché era abbastanza ingeneroso nei confronti della nostra cucina che venisse riconosciuto bene protetto dall’Unesco quella giapponese, quella francese, quella coreana, quella messicana e non ci fosse quella italiana. Ma soprattutto perché la nostra cucina è il nostro biglietto da visita, la nostra storia, la nostra cultura”, ha concluso Lollobrigida.