Su questione verifica compatibilità modello francese e italiano
Roma, 28 feb. (askanews) – “Non è del tutto logico, a mio avviso, che chi vuole consumare o vendere prodotti vegetali per motivi etici o salutistici, o per gusto, abbia piacere a definirli con richiami lessicali a prodotti di provenienza animale”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, rispondendo a interrogazioni sulla revisione del divieto della denominazione di carne per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali di cui alla legge n. 172.
“L’esempio più banale – ha aggiunto Lollobrigida – è la denominazione ‘bistecca’ etimologicamente legata al termine inglese beefsteack, che tradotto in italiano significa ‘pezzo di bue’; questo termine abbinato ad un prodotto vegetale esprime una contraddizione in termini. Pensiamo a ‘bistecca di ceci’; sarebbe a dire ‘pezzo di bue di ceci’”.
Il ministro ha ricordato che la legge “è apprezzata in Europa nei suoi principi, tanto che 14 Nazioni hanno sottoscritto un documento a prima firma Austria, Francia e Italia, nel quale si identifica la carne coltivata come un potenziale pericolo per la salute, per l’agricoltura e gli allevamenti, in grado di portare allo spopolamento delle aree rurali ed al loro degrado, con grande aumento del rischio idrogeologico, nonché un pericolo sociale perché in grado di aumentare le disuguaglianze tra cittadini”
Il ministro ha quindi ricordato che a questo proposito “proprio ieri in Francia è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale un decreto che interviene nuovamente su questo tema, finalizzato a superare le ragioni che avevano indotto il Consiglio di Stato francese a sospendere la prima normativa. Il nuovo decreto contiene un elenco puntuale di termini vietati a cominciare proprio dalla denominazione ‘bistecca’, ma anche ‘prosciutto’, ‘filetto’ e ‘controfiletto’”.
“I nostri uffici legislativi stanno verificando la compatibilità del modello francese con il nostro sistema – ha aggiunto – per riprendere eventualmente la strada già seguita in un ordinamento sostanzialmente simile al nostro e al quale spesso voi fate riferimento”.